26 gennaio 2012

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Lo scenario europeo si presenta oggi drammaticamente improntato alla ricerca di regole stringenti in materia di disciplina di bilancio e rigore finanziario, senza alcuna prospettiva per il rilancio della crescita, senza alcuna attenzione al lavoro, alla solidarietà sociale, allo sviluppo sostenibile.

Questo approccio rigorista, senza contropartite per la crescita, contenuto nell’accordo del 9 dicembre 2011 costituisce per noi un vero e proprio capestro, una condanna alla recessione e alla marginalizzazione economica e politica.
Così’ come si presenta l’accordo del 9 dicembre appare pertanto inaccettabile e si impone la ricerca di soluzioni di più ampio respiro che restituiscano all’Europa la sua funzione originaria, rimettendo al centro dei suoi obbiettivi l’uomo e non il mercato, il lavoro e non la ricchezza finanziaria per i pochi.
Il governo italiano sembra aver preso coscienza delle implicazioni gravi e recessive che l’accordo comporta, che non avevamo mancato di denunciare sin dall’inizio, stigmatizzando l’accordo emerso al Consiglio europeo e auspicando un atteggiamento più fermo nei confronti delle richieste eccessive della Germania.
Ciò non basta tuttavia per superare la difficile crisi che stiamo attraversando. Occorre lungimiranza politica e impegno per rompere il perimetro in cui le politiche rigoriste stanno relegando l’Europa senza offrire prospettive di sviluppo, di crescita e di sicurezza per il futuro.
Il Movimento europeo ritiene che il governo italiano debba farsi promotore di una dichiarazione, sul modello di quella proposta a Nizza nel 2000 da Amato e Schroeder sul futuro dell’Europa, attorno alla quale raccogliere il consenso di un primo nucleo di Paesi per rilanciare, con il sostegno e sulla base dell'iniziativa del Parlamento europeo, la convocazione di una Convenzione ai sensi dell’art 48 del Trattato per riaprire e completare il processo costituzionale verso l’unione politica.
Appare dunque necessario e urgente rilanciare i principi dell’equità, della solidarietà della partecipazione democratica che hanno caratterizzato il fermento politico dall’origine della nascita delle prime comunità europee e che sono state poste come fondamento del pensiero e dell'azione di Altiero Spinelli.