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Mercoledì, 4 settembre 2024, sull’Isola di Ventotene e nell’ambito del Seminario “IL FEDERALISMO IN EUROPA E NEL MONDO - Verso gli Stati Uniti d’Europa e un nuovo ordine mondiale” che da 43 anni coinvolge centinaia di giovani italiani ed europei, sono state inserite, su iniziativa del Movimento Europeo - Italia in collaborazione con l'Istituto di Studi federalisti "Altiero Spinelli", delle iniziative celebrative sostenute dal "COMITATO NAZIONALE per i 150 anni dalla nascita di LUIGI EINAUDI".

Durante il pomeriggio, dopo una sessione seminariale dedicata ad uno dei temi di maggiore attualità economica nelle scelte delle istituzioni UE, ossia le strategie per il recupero della competitività da parte dell’Europa, una parte speciale è stata dedicata al tema "DA LUIGI EINAUDI AL MANIFESTO DI VENTOTENE" per analizzare quanto il pensiero e gli scritti del grande intellettuale, economista e statista liberale abbiano contribuito alla genesi del “Manifesto per un’Europa libera e unita” da parte di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.

Il Presidente del Movimento Europeo – Italia, Pier Virgilio Dastoli, ha evidenziato quanto il pensiero di Luigi Einaudi risulta ancora oggi di straordinaria attualità nel dibattito sulla autonomia strategica europea, sulla sua dimensione economica che comprende i temi del mercato e della competitività, del bilancio e del ruolo degli Stati Uniti d’Europa per la pace nel mondo.

Il Presidente del Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, Giuseppe Vegas, ha sottolineato come Luigi Einaudi ha avuto modo di affrontare la questione del futuro dell’Europa e si è espresso con chiarezza a favore di un’aggregazione federale degli attuali Stati europei ben consapevole dei limiti che ognuno di essi avrebbero manifestato singolarmente. Ha, inoltre, evidenziato quale ruolo fondamentale Einaudi abbia avuto nelle vicende del secondo dopoguerra per un riscatto morale e materiale dell’Italia ed illustrato i principali obiettivi e le linee d’azione del Comitato nazionale celebrativo.

Lo storico dell’economia, Prof. Fabio Masini, ha poi percorso le varie tappe del pensiero di Einaudi che lo hanno portato, già alla fine del 19esimo secolo, ad una posizione favorevole alla riunificazione europea e che attraverso l’influsso, in particolare di alcuni liberali inglesi, si è ancor più consolidata e definita dopo il primo conflitto mondiale, fino ad arrivare, in particolare attraverso l’amicizia con Ernesto Rossi, ad essere condivisa e rielaborata nella stesura del Manifesto di Ventotene.

Dopo un momento conviviale con rappresentanti delle organizzazioni più attive per la diffusione del federalismo europeo, sulla piazza principale dell’Isola, in collaborazione con la libreria “Ultima Spiaggia”, ha poi avuto anche luogo una presentazione pubblica di alcuni scritti di Einaudi dedicati alla pace ed al progetto di unità europea.

La scelta di inserire un evento dedicato a Luigi Einaudi nel seminario di Ventotene, sarà seguito anche da altre iniziative del Movimento Europeo. In particolare, al Parlamento europeo a novembre ed a dicembre dalla presentazione dei suoi scritti al festival del libro di Roma “più libri, più liberi”, nella convinzione di poter contribuire ad offrire in tal modo, ed in particolare ai giovani, una conoscenza approfondita del pensiero e dell’opera di uno dei più grandi intellettuali europei della cultura fondata sul cosmopolitismo liberale.

 

 

 

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Il 31 agosto 1907 nacque a Roma in via Uffici del Vicario Altiero Spinelli figlio di Carlo e Maria Ricci.

Il padre avrebbe voluto chiamarlo Alterio ma l’ufficiale postale consegnò alla moglie Maria un telegramma con il nome modificato in Altiero, con un errore che può così essere considerato fortunato.

Dopo quasi settant’anni Altiero tornò a via Uffici del Vicario come presidente del Gruppo Misto della Camera formato in prevalenza ma non solo da deputati eletti come indipendenti (con alcuni che lo erano anche di fatto) nelle liste del PCI poiché in quel palazzo come appendice fino al 1943 dell’aula “sorda e grigia” voluta dal fascismo di Benito Mussolini si erano installati i gruppi politici della Camera.

Sui rapporti fra Altiero Spinelli e il PCI con particolare riferimento a Enrico Berlinguer suggeriamo di leggere il capitolo intitolato “Berlinguer y el professor Spinelli” pubblicato in spagnolo nel volume curato da Marcello Belotti e intitolato “Berlinguer y Europa o los origines del socialismo en libertard”.

Alla fine di agosto 1943 nacque a Milano il Movimento Federalista Europeo come organizzazione rivoluzionaria fondata su uno spirito giacobino con l’obiettivo di superare le nazioni e le sovranità assolute gettando le basi di uno stato internazionale secondo un modello federale.

Il metodo dei federalisti non era legato alla contrapposizione con le culture politiche europee tradizionali (universalismo cristiano, internazionalismo socialista e cosmopolitismo liberale) ma ad una azione costante e radicale per andare al di là dei poteri degli Stati nazionali che Luigi Einaudi considerava polveri senza sostanza e creare un potere democratico europeo come prima tappa per la creazione di un governo mondiale capace di garantire la pace e la giustizia.

Per tutta la sua vita politica Altiero Spinelli ha contrapposto la sua visone costituzionale e costituente sia al gradualismo funzionalista di Jean Monnet che egli mise al centro del suo ininfluente Comité d’action che al metodo intergovernativo e confederale.

Come disse nel suo discorso al convegno del PCI sull’Europa nel novembre 1978 nell’auletta dei Gruppi alla Camera, la sua candidatura alle elezioni europee nel giugno 1979 era fondata sull’obiettivo di convincere i suoi futuri colleghi a considerarsi parlamentari costituenti per superare l’immobilismo dei governi e la paralisi dell’ingranaggio istituzionale dei trattati di Roma del 1957.

Dopo molte reticenze e di fronte alle sfide europee e internazionali una ampia maggioranza di deputati europei decise di seguire la via indicata da Altiero Spinelli evitando la trappola delle proposte di modifiche ai trattati da consegnare ai governi ma elaborando un trattato completamente nuovo di natura costituzionale approvato a larga maggioranza da popolari, socialisti, comunisti italiani, radicali, liberali e conservatori inglesi il 14 febbraio 1984 al contrario del testo votato dal Parlamento europeo il 22 novembre 2023 e approvato di fatto e con molti compromessi contraddittori da una minoranza della assemblea.

Se si vuole cambiare l’Unione il Parlamento europeo dovrà riprendere il cammino indicato da Altiero Spinelli nel novembre 1978.

Hic Rodhus hic salta!

 

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uvdl 2024

L’elemento più rilevante della rielezione di Ursula von der Leyen appare a noi il consolidamento della maggioranza parlamentare europeista che le ha votato la fiducia e che ha compreso nel voto l’universalismo cristiano, l’internazionalismo socialista, il cosmopolitismo liberale e l’ambientalismo transnazionale respingendo l’estremismo euro-ostile dei conservatori guidati da Giorgia Meloni le cui scelte hanno isolato il suo governo e l’Italia nell’Unione europea, dei patrioti guidati da Viktor Orban e dei sovranisti guidati da Alice Weidel.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, e anche tenuto conto delle posizioni assunte sia nel Parlamento europeo che dal governo, il Movimento europeo denuncia il rischio di una emarginazione del nostro paese dal nucleo dei Paesi trainante nel processo di riforma dell’Unione europea che comporterà ineludibilmente la messa in atto degli impegni che saranno presi durante i negoziati per l’allargamento ai Paesi candidati che potrebbe aprire la strada a forme innovative di integrazione differenziata.

Il Movimento europeo ha seguito con attenzione le dichiarazioni programmatiche della Presidente Ursula von der Leyen e ha letto le priorità politiche che la Commissione europea intenderebbe attuare in questa legislatura e che dovranno svilupparsi attraverso una visione dinamica del processo di integrazione europea in modo coerente con la maggioranza europeista che si è espressa nel voto del 18 di luglio. Esamineremo con attenzione le une e le altre anche alla luce del nostro Libro verde per tradurre i nostri suggerimenti in specifiche iniziative che saranno iscritte in un Libro Bianco anche al fine di creare nuovi strumenti di carattere politico, finanziario e legislativo.

In attesa del programma della nuova Commissione e dell’esito delle audizioni dei nuovi Commissari in cui auspichiamo che sia confermata la maggioranza europeista che si è espressa nel voto di fiducia alla Presidente Ursula von der Leyen, concentriamo la nostra attenzione in particolare sulle seguenti dieci priorità:

  • Il bilancio europeo, gli investimenti e le risorse proprie
  • La realizzazione dello European Green Deal
  • I beni pubblici europei
  • L’intelligenza artificiale
  • La dimensione sociale
  • I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente
  • Le politiche migratorie e il diritto di asilo
  • La difesa europea
  • L’approfondimento e l’allargamento
  • Il futuro dell’Europa e il processo costituente

Prendiamo atto delle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen per quanto riguarda il rafforzamento del bilancio al di là della scadenza del Next Generation EU in attesa del progetto del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2032 che dovrà sostenere investimenti nella politica ambientale, per la transizione digitale e la dimensione sociale, nell’industria e nelle piccole e medie imprese, nell’agricoltura sostenibile - insieme all’impegno per la realizzazione dello European Green Deal con progetti, regole e risorse che non devono abdicare agli obiettivi della conversione ecologica e della lotta al cambiamento climatico usando l’ambiguità della formula della neutralità tecnologica - nell’industria della difesa e nella coesione territoriale affinché nessuno resti indietro.

Consideriamo positivamente la proposta di un Fondo europeo per la competitività – che risponde ai suggerimenti emersi dai rapporti di Enrico Letta e di Mario Draghi - per sostenere con investimenti direttamente europei e con una regia europea politiche efficaci e di maggior impatto con un metodo condiviso di gestione innovativa per modellarli sullo specifico contesto socioeconomico di ogni singolo Stato.

Il Movimento europeo è fortemente impegnato da anni a sostegno di beni pubblici europei – con particolare riferimento alla salute, all’energia, all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità ambientale, alle nuove generazioni, alla scienza e alla ricerca - che richiedono un bilancio di natura federale per il periodo 2028-2032, finanziato da vere risorse proprie come sono evidenziate dal rapporto elaborato insieme al Centro Studi sul Federalismo (LINK) e dal debito pubblico europeo. 

In questo spirito, il Movimento europeo ricorda e condivide le stime della Banca Centrale Europea secondo cui l’Unione europea avrà bisogno di mille miliardi di euro all’anno di risorse pubbliche per la transizione verde, la digitalizzazione, la dimensione sociale, la ricerca, l’innovazione e l’industria della difesa che devono fare leva anche sul capitale privato in stretta collaborazione con la BEI.

Salutiamo gli annunciati investimenti sull’intelligenza artificiale riguardanti in particolare l’accesso a risorse di calcolo, costituzione di enti di ricerca o implementazione dell’uso di dati. Per evitare che l’estesa regolamentazione danneggi le imprese europee, questi investimenti devono espandersi ad una specifica istruzione sull’intelligenza artificiale a tutti i livelli nonché alla creazione di un ecosistema industriale che possa far emergere una o più aziende europee di interesse mondiale nel rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati. 

Prendiamo atto della dichiarazione sul Pilastro sociale sottolineando tuttavia che la sua realizzazione deve porre le basi di una democrazia economica ancora largamente incompiuta e di un dialogo sociale rafforzato così come ribadiamo la necessità di un vero welfare europeo, riteniamo che debba essere introdotto uno strumento europeo di indennità di disoccupazione sul modello del programma SURE insieme a regole europee per la sicurezza sul lavoro e attendiamo proposte precise di una strategia europea di lotta alla povertà e alle discriminazioni.

Siamo convinti che la politica della casa – resa a nostro avviso necessaria dalla frammentazione dei nuclei famigliari, dalla mobilità sociale e dai fenomeni migratori generati dalle nuove esigenze dell’economia - che potrebbe essere affidata ad uno dei membri della Commissione, dovrebbe essere inserita nel quadro di una nuova coesione sociale e territoriale.

Chiediamo che sia nominato un Commissario europeo per l’economia sociale che lavori insieme all’intergruppo parlamentare sull’economia sociale includendo il sostegno a questa dimensione economica tra gli orientamenti della decima legislatura e nei programmi annuali.

Sosteniamo con vigore la necessità di una immediata cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi e l’obiettivo dei due Stati israeliano e palestinese che dovrà essere inserito in una più ampia riflessione sulla cooperazione e la sicurezza nel Mediterraneo su iniziativa dell’Unione europea.

Sosteniamo l’idea di rilanciare la nomina di un Commissario alle politiche verso il Mediterraneo come avvenne nel quadro del Partenariato euro-mediterraneo richiamando l'esigenza del rispetto delle competenze dell’Alto Rappresentante della politica estera, così come deve avvenire per quanto riguarda l’eventuale Commissario alla difesa.

Reiteriamo la nostra domanda di un Commissario responsabile delle politiche migratorie con un mandato distinto da quello per il Mediterraneo e confermiamo la nostra convinzione sulla necessità di una politica di accoglienza e non di respingimenti esprimendo forti perplessità sulla proposta di rafforzare gli effettivi dell’Agenzia Frontex.

Deploriamo che nulla si dica sulle politiche di integrazione nell’Unione europea dei migranti e dei richiedenti asilo, che vanno invece rafforzate, e su come l’Unione europea possa contribuire al rispetto dei diritti fondamentali nei Paesi terzi (come la Libia e la Tunisia) a cui l’Unione europea ha chiesto di fermare i flussi migratori sapendo che essi non potranno essere fermati a causa delle insostenibili condizioni di vita nei paesi di provenienza. Condanniamo anche il fatto che si dia invece spazio all’esternalizzazione in Paesi terzi delle domande di asilo che comprime il fondamentale diritto ad un’equa valutazione delle domande di protezione internazionale e viola i principi del diritto internazionale. Reiteriamo la nostra proposta di sottrarre le politiche migratorie alla competenza dei ministri degli interni e della giustizia affidandole ad un Consiglio “jumbo” occupazione, educazione, salute e sviluppo.

Sosteniamo l’impegno per l’inviolabilità e l’integrità dell’Ucraina aggredita dalla Federazione Russa nella prospettiva di una pace giusta e del rilancio di un progetto di cooperazione e sicurezza nel continente europeo sul modello degli Accordi di Helsinki che avvii un’iniziativa dell’Unione europea per una Conferenza internazionale di pace.

In questo quadro siamo convinti che il tema della difesa europea non possa essere limitato alla dimensione dell’industria e delle nuove tecnologie ma debba essere parte integrante della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea agendo sulla interoperabilità delle forze armate piuttosto che sull’aumento delle spese nazionali, sul controllo della vendita delle armi a paesi terzi, su un sistema di intelligence europea e sull’affermazione di una equal partnership fra UE e USA nel quadro dell’Alleanza Atlantica.

Chiediamo che la Commissione europea prenda tutte le misure necessarie affinché i rapporti transatlantici continuino a svolgersi nel quadro delle regole della Organizzazione Mondiale del Commercio evitando guerre tariffarie che ci danneggerebbero gravemente colpendo le fasce più deboli delle nostre popolazioni.

Condividiamo la forte censura della Presidente von der Leyen contro il Primo Ministro ungherese Orban che ha violato il principio della cooperazione leale, l’impegno a difesa dello stato di diritto e reiteriamo la nostra convinzione della necessità di sottrarre al governo ungherese la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea.

Sottolineiamo che l’allargamento dell’Unione europea ai Balcani e all’Europa Orientale deve essere fondato sul merito - ed in particolare sui criteri decisi a Copenaghen e ribaditi nel Trattato di Lisbona - e sulla necessità che le riforme interne di quei paesi siano accompagnate da riforme dell’Unione europea nelle sue politiche, nel suo bilancio e nel rafforzamento della sua dimensione democratica. In questo spirito il superamento del Trattato di Lisbona, firmato nel 2007, sarà una condizione indispensabile – e non solo possibile come vagamente prefigurato sia nelle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen che nelle linee guida - prima dell’allargamento per rendere l’Unione europea più forte e capace di decidere pianificando il proprio futuro.

Ribadiamo la nostra convinzione che, di fronte all’immobilismo dei governi e all’ostilità della maggioranza del Consiglio europeo di superare il Trattato di Lisbona nella logica secondo cui i governi sono “i padroni dei Trattati”, la strada da percorrere sia quella di un processo costituente che abbia al suo centro la democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa. Per queste ragioni noi riteniamo – e ci rivolgiamo alla maggioranza europeista dell’Assemblea – che il Parlamento europeo debba prendere atto della proposta di Ursula von der Leyen di un lavoro comune sulla riforma dei Trattati andando al di là dei limiti ristretti di una apparente apertura che vincola la revisione ai tempi dell’allargamento proponendo la sottoscrizione di un accordo interistituzionale che abbia la sostanza di un Patto costituente.

Il Parlamento europeo ha il potere di parlare a nome delle cittadine e dei cittadini che lo hanno eletto e la Commissione europea ha gli strumenti per contribuire alla creazione di uno spazio pubblico necessario allo sviluppo di un dialogo costante con la società civile al fine di superare l’idea ormai inaccettabile che la riforma dei Trattati sia un cantiere aperto solo agli addetti ai lavori. La Commissione europea ha inoltre gli strumenti per avviare un’ampia campagna di informazione sul futuro dell’Europa che è apparsa totalmente inadeguata durante i lavori della Conferenza che si è conclusa il 9 maggio 2023.

Roma, 23 luglio 2024

 

[VERSIONE INGLESE]

[VERSIONE FRANCESE]

 

 

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I Movimenti europei in Italia, Francia, Spagna e Polonia hanno adottato un appello sulla presidenza ungherese di turno del Consiglio dell'Unione europea.

Sulla base del calendario delle presidenze del Consiglio dell’Unione europea, il governo ungherese dell’autocrate Viktor Orban dovrebbe presiedere le riunioni intergovernative – con l’eccezione del Consiglio europeo, del Consiglio dei ministri degli affari esteri, del Consiglio dei ministri della difesa e dell’Eurogruppo – sulla base del programma del cosiddetto “trio” composto attualmente dai governi spagnolo, belga e ungherese.

I Movimenti europei sono convinti che il governo ungherese non debba presiedere le strutture intergovernative dell’Unione europea per le ragioni spiegate nella dichiarazione allegata.

L'appello è stato rivolto alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al Presidente della Corte di giustizia dell'Unione europea Koen Lenaerts, al Primo ministro del Belgio Alexander De Croo, alla Ministra degli Esteri del Belgio, Hadja Lahbib, alla Ministra degli Affari esteri tedesca, Annalena Charlotte Alma Baerbock, e sottoposto ai capigruppo al Parlamento europeo, affinché questo attentato ai valori comuni europei non avvenga.  

 

 VIKTOR ORBAN NON DEVE PRESIEDERE IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA

Sulla base del calendario delle presidenze del Consiglio dell’Unione europea, il governo ungherese dell’autocrate Viktor Orban dovrebbe presiedere le riunioni intergovernative – con l’eccezione del Consiglio europeo, del Consiglio dei ministri degli affari esteri, del Consiglio dei ministri della difesa e dell’Eurogruppo – dal 1° luglio al 31 dicembre 2024 sulla base del programma del cosiddetto “trio” composto attualmente dai governi spagnolo, belga e ungherese.

Noi siamo convinti che il governo ungherese – che si è autodefinito una “democrazia illiberale” – non deve presiedere le strutture intergovernative dell’Unione europea, ve ne spieghiamo qui di seguito le ragioni e lanciamo un appello urgente a chi può influire e a chi ha il potere di decidere affinché questo attentato ai valori comuni europei non avvenga.

Come sappiamo, sia il governo spagnolo che quello belga non hanno svolto un ruolo attivo nell’apertura del cantiere della riforma dell’Unione europea avendo il primo deciso di scavallare il Consiglio europeo di metà dicembre nonostante il rapporto votato dal Parlamento europeo il 22 novembre sulla revisione del Trattato di Lisbona ed avendo il secondo evitato di mettere al centro delle riunioni intergovernative il tema del futuro dell’Europa pur avendo il compito di cooperare con il Presidente del Consiglio europeo al fine di assicurare la preparazione e la continuità dei lavori dei Capi di Stato e di governo attraverso il Consiglio affari generali e cioè i ministri degli affari europei.

Per quel che si sa l’Agenda strategica 2024-2029, che dovrebbe essere adottata in solitudine dal Consiglio europeo a fine giugno, non conterrà sul futuro dell’Europa nulla di più delle vaghe affermazioni adottate dai Capi di Stato e di governo a Granada nello scorso ottobre dove l’accento fu messo sulle politiche (policies) ma non sul loro governo democratico (politics) perché – secondo quel che ha preannunciato Mario Draghi nel Summit sociale di La Hulpe – “non possiamo permetterci il lusso di attendere la riforma dei trattati per proseguire il cammino dell’integrazione europea”.

Del resto, il Presidente francese Emmanuel Macron – all’origine dell’idea di una inedita Conferenza sul futuro dell’Europa che avrebbe dovuto applicare il metodo della democrazia deliberativa – non ha speso nemmeno una parola nel suo lunghissimo e recente discorso alla Sorbona sul tema della riforma dell’Unione europea.

Dal 1° luglio Viktor Orban e i suoi dodici ministri (fra cui una sola donna!) dovrebbero coordinare l’azione dei ventisette governi europei nei consigli specializzati - e cioè i Consigli Affari Generali, Ecofin ad eccezione dell’Eurogruppo; Giustizia e Affari Interni (e cioè i “ministri di polizia” che dovrebbero governare le politiche migratorie); Occupazione, Politica Sociale Salute e Consumatori;  Competitività (mercato interno, industria e ricerca); Trasporti, Comunicazioni e Energia; Agricoltura e Pesca, Ambiente; Educazione, Gioventù e Cultura - nelle riunioni degli ambasciatori, nei numerosi comitati che si fanno carico delle funzioni di controllo e di decisione delle burocrazie nazionali (sapendo che è lì che risiede il peso burocratico nell’Unione europea e non nella funzione pubblica europea) e nelle riunioni informali che “arricchiscono” ogni presidenza semestrale cooperando con il Presidente del Consiglio europeo nella preparazione e nella continuità dei lavori dei Capi di Stato e di governo.

Il Consiglio dell’Unione condivide poi con il Parlamento europeo il potere legislativo e di bilancio (v. articoli 14.1 e 16.1 TUE) ed è tenuto nell’esercizio di queste funzioni a promuovere il rispetto dei valori fondativi dell’Unione europea.

L’Ungheria è non solo da anni sotto procedura di sorveglianza (art.7.1 TUE) ad iniziativa del Parlamento europeo per l’esistenza di un rischio chiaro di violazione grave dei valori comuni ma è ugualmente oggetto della procedura di condizionalità di bilancio intesa a proteggere il rispetto dei diritti e valori fondamentali UE.

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Disponibile anche nelle versioni [ENG] - [FR] - [ES]       

 

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european elections 2024 it

Il Movimento europeo in Italia ha sottoposto alla firma delle candidate e dei candidati il testo di una dichiarazione relativa alle “Dieci priorità della decima legislatura europea” che derivano dal lavoro collettivo dei suoi membri contenuto nel Libro verdeScriviamo insieme il futuro dell’Europa: un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura europea 2024-2029” edito da Editoriale Scientifica in vista delle elezioni europee con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il Libro verde sarà trasformato entro il prossimo autunno in un Libro Bianco con proposte precise da presentare al nuovo Parlamento europeo, alla nuova Commissione, al CESE e al CdR oltre che al MEI e alle reti europee della società civile.

Pubblichiamo la lista delle candidate e dei candidati che, ad oggi, hanno sottoscritto le nostre priorità come impegno per la prossima legislatura.

Il Movimento europeo Italia invita le elettrici e gli elettori a sostenerli nella campagna elettorale.

Un incontro con le elette e gli eletti che hanno condiviso le nostre priorità sarà organizzato il 9 luglio a Bruxelles nel giorno anniversario della costituzione del Club del Coccodrillo che avviò un processo costituente nel1980 al fine di rendere strutturata e permanente la nostra collaborazione con i parlamentari italiani nella futura Assemblea.

 

LISTA CANDIDATI E CANDIDATE CHE HANNO ADERITO ALLE

 DIECI PRIORITA’ DEL MOVIMENTO EUROPEO PER UN’AGENDA COSTITUENTE EUROPEA

(IN ORDINE DI CIRCOSCRIZIONI E ALFABETICO)

 

BRANDO BENIFEI, Partito Democratico

NORD OVEST

JEAN FRANÇOIS CAMILLE BOUDARD, M5S

NORD OVEST

SALVATORE CARRARA, Azione

NORD OVEST

MARIA ANGELA DANZÌ, M5S

NORD OVEST (Capolista)

ELEONORA EVI, Partito Democratico

NORD OVEST

GIORGIO GORI, Partito Democratico

NORD OVEST

LUCA JAHIER, Partito Democratico

NORD OVEST

MIMMO LUCANO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD OVEST  

PIERFRANCESCO MARAN, Partito Democratico

NORD OVEST

DAVIDE MATTIELLO, Partito Democratico

NORD OVEST

ANTONELLA PARIGI, Partito Democratico

NORD OVEST

FABIO ROMANO, M5S

NORD OVEST

BENEDETTA SCUDERI, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD OVEST

MASSIMILIANO SMERIGLIO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD OVEST

ANTONELLA SOLDO, Stati Uniti d’Europa

NORD OVEST  

PATRIZIA TOIA, Partito Democratico

NORD OVEST

SIMONE VERNI, M5S

NORD OVEST

 

 

ANDREA BARDIN, M5S

NORD EST

SARA FERRARI, Partito Democratico

NORD EST

BRIGITTE FOPPA, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD EST

LORENZO GENNARI, Partito Democratico

NORD EST

ELISABETTA GUALMINI, Partito Democratico

NORD EST

MIMMO LUCANO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD EST  

IGNAZIO ROBERTO MARIA MARINO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD EST

DIEGO NICOLINI, M5S

NORD EST

SILVIA PANINI, Partito Democratico

NORD EST

IVAN PEDRETTI, Partito Democratico

NORD EST

SABRINA PIGNEDOLI, M5S

NORD EST (Capo lista)

FEDERICO PIZZAROTTI, Azione

NORD EST

FEDERICA SABBATI, Azione

NORD EST 

ANTONELLA SOLDO, Stati Uniti d’Europa

NORD EST  

PAOLO TRANDE, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

NORD EST

GRAHAM ROBERT WATSON, Stati Uniti d’Europa

NORD EST

ALESSANDRO ZAN, Partito Democratico

NORD EST

 

 

TERESA BARTOLI, Partito Democratico

CENTRO

GIOVANNA BASILE, M5S

CENTRO

LUCA BOCCOLI, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

CENTRO

VINCENZO CAMPORINI, Azione

CENTRO

EMANUELE CECCATO, M5S

CENTRO

BEATRICE COVASSI, Partito Democratico

CENTRO

GIANLUCA FERRARA, M5S

CENTRO

HUMBERTO INSOLERA, Partito Democratico

CENTRO

LUCREZIA IURLARO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

CENTRO

ERIC MAURITIN JOZSEF, Stati Uniti d’Europa

CENTRO

CAMILLA LAURETI, Partito Democratico

CENTRO

IGNAZIO ROBERTO MARIA MARINO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

CENTRO

GIANLUCA CARLO MISURACA, Stati Uniti d’Europa

CENTRO

MARCO PACCIOTTI, Partito Democratico

CENTRO

EMANUELA PISTOIA, Stati Uniti d’Europa

CENTRO

MATTEO RICCI, Partito Democratico

CENTRO

DANIELA RONDINELLI, Partito Democratico

CENTRO

MASSIMILIANO SMERIGLIO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

CENTRO

MARCO TARQUINIO, Partito Democratico

CENTRO

STEFANIA VOLPI, M5S

CENTRO

 

 

ANNUNZIATA COPPOLA, M5S

SUD

NATALE CUCCURESE, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

SUD

ANTONIO DECARO, Partito Democratico

SUD

MARIO FURORE, M5S

SUD

ALFONSO MARIA GALLO, Stati Uniti d’Europa

SUD

MIMMO LUCANO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

SUD (Capo Lista)  

EMANUELA PISTOIA, Stati Uniti d’Europa

SUD

PASQUALE TRIDICO, M5S

SUD (Capo lista)

 

 

PIETRO BARTOLO, Partito Democratico

ISOLE

ROSANNA COCOMERO, Azione

ISOLE

CINZIA DATO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

ISOLE

MIMMO LUCANO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

ISOLE    

ANTONIO NICITA, Partito Democratico

ISOLE

LEOLUCA ORLANDO, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana)

ISOLE (Capo Lista)

ANGELA QUAQUERO, Partito Democratico

ISOLE

 

 

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