La Corte costituzionale tedesca ha respinto il ricorso contro il piano europeo di ripresa del Recovery fund, e in particolare il meccanismo di debito comune.
A fine marzo, la Corte di Karlsruhe aveva accolto l’esame del ricorso presentato dal fondatore del partito di estrema destra Alternative für Deutscland (Afd), Bernd Lucke, impedendo al presidente della Repubblica federale Frank Walter Steinmeier di ratificare la legge, votata a larghissima maggioranza da Bundestag e Consiglio delle regioni.
In un comunicato diffuso mercoledì 21 aprile, la Corte ha scritto che “Un esame sommario non rivela una forte probabilità di violazione della legge costituzionale”, e che “non sembra molto probabile che la responsabilità di bilancio complessiva del Bundestag sia effettivamente violata”.
La Corte, tuttavia, ha scritto anche che proseguirà il suo esame del ricorso, ma ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza dell’applicazione della legge sulla base del principio di un “bilanciamento delle conseguenze”. Se la sospensiva fosse stata accolta, infatti, “la decisione sulle risorse proprie del 2020” della Germania “non potrebbe entrare in vigore fino alla conclusione del procedimento principale”, che la Corte prevede “richiederà molto tempo”.
“Ritardare l’entrata in vigore della decisione 2020 sulle risorse proprie”, si legge nel comunicato, “inciderebbe negativamente sull’obiettivo di politica economica perseguito” dal governo tedesco, e sempre secondo il governo “a cui è concesso un ampio margine di apprezzamento e di prognosi nella valutazione delle questioni di politica estera e che la Corte costituzionale federale deve rispettare, ritardare l’entrata in vigore della decisione metterebbe inoltre a dura prova le relazioni estere ed europee”: da qui, dunque, la decisione di respingere il ricorso.