Per un'Italia europea

Per un'Italia europea

Lanciata
8 febbraio 2021
Petizione diretta a
Presidenza del consiglio dei ministri, Governo Italiano e
Firme: 148Prossimo obiettivo: 200
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Paolo Pasqualetti

Gli investimenti Next Generation EU sono la nostra speranza di vita nuova, in Italia e in Europa.
Non li dissipate!

Pandemie, inquinamento, cambiamenti climatici …. Sono tutti fenomeni globali che non conoscono confini e che l’uomo può governare solo con la scienza, la ricerca e le scelte politiche dettate dal perseguimento del bene comune, basate sulla ragione nel rispetto dei principi democratici. È questo il compito della politica che, come nel caso dei vaccini, deve garantirne la fornitura e l’utilizzo con rapidità ed efficienza, secondo i diversi livelli di governo (europeo, nazionale, locale).
L’UE ha compiuto un passo fondamentale con Next Generation: per la prima volta c’è un debito comune per finanziare gli investimenti necessari a sostenere e trasformare l’economia europea. L’Italia è il maggior beneficiario di questi potenziali investimenti con 209 miliardi per:

  1. Promuovere la transizione verso un’economia sostenibile, secondo le indicazioni dello European Green Deal, come chiedono i giovani nel Mondo.
  2. Garantire la coesione sociale nel Paese contrastando povertà, disoccupazione e precariato, superare gli squilibri territoriali tra il Nord e Sud con progetti di ricerca, innovazione, sviluppo del capitale umano e istruzione volti a collegare il Mezzogiorno d’Italia con l’Europa, nel quadro di una politica di sviluppo economico dell’area mediterranea.
  3. Sviluppare una politica per i territori e le infrastrutture locali. La pandemia pone il tema di un’Unione europea della sanità (art. 168 del TFUE), per determinare regole comuni di un servizio pubblico europeo di base, che preveda il decentramento dei servizi pubblici (la tecnologia oggi lo consente) garantendo vicinanza alle persone.

La strada tracciata dalla UE è l’unica percorribile. I fenomeni globali non possono essere affrontati dai singoli paesi e richiedono che le Istituzioni sovranazionali vengano dotate di poteri adeguati per gestire iniziative che favoriscano uno sviluppo ecosostenibile e non per coprire vecchi progetti degli Stati finalizzati al conseguimento del consenso clientelare.

Per l’Italia questa è l’occasione per recuperare i ritardi storici che 150 anni di unità nazionale non hanno ancora conseguito, non solo sul piano dell’equilibrato sviluppo, ma anche su quello della buona amministrazione, del governo del territorio, della selezione dei candidati alle cariche pubbliche, dell’autorevolezza dei governi, dell’affidabilità delle istituzioni, e della conseguente fiducia e responsabilità dei cittadini.

Gli investimenti Next Generation devono servire per creare il lavoro dell’attuale e delle future generazioni, basato sulla conoscenza quale motore dello sviluppo: è questa la condizione per poter ripagare domani il costo del debito che oggi si carica sul futuro. Ma la formazione delle nuove generazioni non può che partire dalle scuole e dalle Università attraverso cui deve esser dato modo ai giovani di prendere parte pienamente alla definizione ed implementazione di un Recovery Plan che preveda formazione continua, politiche attive del lavoro, asili, maternità e paternità sussidiate, come avviene in molte nazioni d'Europa.
Il cambiamento sociale di un Paese che si vuol liberare dai ritardi e dalle gravi carenze istituzionali e civili richiede oggi la presenza di un’opinione pubblica consapevole delle grandi scelte da effettuare per poter selezionare, domani, una classe politica in grado di svolgere il proprio ruolo con disciplina, onore, competenza, responsabilità e capacità di dialogo senza vincoli di mandato.

È questa l’Italia europea che auspichiamo e per la quale intendiamo batterci, anche mettendoci a disposizione con un servizio civile per la tutela e lo sviluppo dei beni pubblici, in Italia e in Europa.

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