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LETTERA DELLA PRESIDENZA CIME AI NUOVI PRESIDENTI E CAPIGRUPPO DEL PARLAMENTO ITALIANO

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Tra le decisioni prese durante la riunione del Consiglio di Presidenza del CIME che ha avuto luogo a Roma il 18 mattina, vi è anche quella di inviare un messaggio ai neoeletti responsabili della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, che esprima l’auspicio di una legislatura durevole e dell’impegno, anche da parte del Parlamento italiano, in merito alle riforme da ottenere per l’Unione europea.

 

 

A seguito, il testo integrale del messaggio inviato alla neo-presidente della Camera, Laura Boldrini al neo-presidente del Senato, Pietro Grasso e ai Presidenti dei gruppi politici scelti nelle due Camere:


“Nell’augurarle buon lavoro, ci permettiamo di unire la nostra voce a quella di chi chiede che sia dato al più presto un governo al Paese affinché la legislatura nata con il voto del 24-25 febbraio contribuisca ad avviare a soluzione problemi insoluti da troppo tempo: nella ripartizione dei poteri fra le istituzioni, nella giustizia, nell’amministrazione dello Stato, nella coesione sociale e territoriale, nella competitività del nostro sistema produttivo, nella dimensione etica e democratica.


I problemi insoluti del nostro paese sono stati aggravati da politiche economiche condotte dall’insieme dei governi europei secondo la logica inaccettabile di un’austerità a senso unico, priva di qualunque ragionevole gradualismo e la soluzione della crisi europea è stata resa più difficile dall’assenza dell’Italia sulla scena europea.


Il paese ha bisogno di un governo che abbia l’ambizione di far uscire il paese dalla paralisi, le competenze indispensabili per elaborare un programma di discontinuità e responsabilità, la cultura necessaria per garantire la trasparenza della sua azione e la collaborazione permanente con tutte le forze politiche – di maggioranza e di opposizione – presenti nel Parlamento. Solo così facendo, le cittadine e i cittadini italiani potranno riconoscersi nella buona politica.


Il paese ha bisogno di un governo che promuova un’urgente discontinuità anche nella gestione del bene comune europeo perché siamo convinti che, se il risanamento finanziario spetta agli Stati membri, la nuova prosperità spetta invece all’Unione europea.


Sarà necessario cogliere con determinazione e capacità di visione l’occasione della presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea nel secondo semestre 2014. L’azione del governo tuttavia non basta.


Il Parlamento, come "casa" dei cittadini, deve fare la sua parte gettando le basi costituzionali, legislative e finanziarie per un’Italia europea e contribuendo alla riforma indispensabile dell’Unione europea.
La recente crisi di Cipro ha dimostrato come le politiche europee, senza un’adeguata legittimità democratica, rischiano di allontanare l’opinione pubblica dall’idea di Europa rafforzando fenomeni pericolosi di populismo ormai presenti in tutti i paesi membri.
Occorre operare per un’Europa diversa che metta la questione sociale al centro delle sue decisioni, richiamandosi ai principi di solidarietà, uguaglianza, rispetto reciproco che erano alla base del progetto originario.


Un’Europa che allenti la morsa del rigore, rendendo più flessibile e graduale la disciplina finanziaria introdotta con il Fiscal Compact, un’Europa che rilanci crescita e sviluppo dotandosi di un bilancio adeguato per finanziarie i grandi progetti infrastrutturali e le grandi reti, l’innovazione, la ricerca, i programmi per l’occupazione giovanile. Un’Europa che ritrovi la fiducia dei suoi cittadini riprendendo il cammino dell’Unione politica.


In questo spirito ci permettiamo di suggerire tre percorsi parlamentari:
- Una modifica del sistema elettorale per il Parlamento europeo che avvicini gli elettori agli eletti
- L’avvio di un dialogo costante con le organizzazioni della società civile sul futuro dell’Europa e sulla sostenibilità ambientale, sociale e culturale della legislazione europea
- La promozione di una conferenza di parlamentari europei e nazionali, sul modello delle assise che ebbero luogo a Roma nel novembre 1990, al fine di individuare gli elementi essenziali del progetto, del metodo e dell’agenda per rifondare l’Unione europea”.

 

La lettera ha già ricevuto anche l'approvazione da parte del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Testo in allegato icon Lettera del Presidente Giorgio Squinzi (37.51 kB)

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