RISPOSTA A ANGELO PANEBIANCO

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Angelo Panebianco («le inutili baruffe europee del dopo Trump» Il Corriere della Sera, 23 novembre 2020) ha ridotto le idee che circolano in Europa a solo due ipotesi allo scopo di dimostrare che l’obiettivo di un’Europa più coesa (o, se l’aggettivo non è considerato troppo volgare, federale) è impossibile da raggiungere.

La prima idea (la sua) è che l’Europa - privata della tutela americana - farebbe fatica a camminare.

La seconda idea è di chi pensa che l’Europa - senza l’ingombrante presenza degli USA - se la caverebbe benissimo da sola.

C’è una terza idea che Panebianco volutamente ignora per legittimare il suo (euro-)scetticismo ed appartiene a chi pensa ad una equal partnership fra gli Stati Uniti e l’Unione europea, un obiettivo a cui aveva pensato JFK nel suo discorso sulla interdipendenza euro-americana del 4 luglio 1962 che presupponeva l’unità politica del continente.

Jo Biden, nel suo manifesto di politica estera pubblicato da Foreign Affairs nel marzo-aprile 2020 pensa a grandi coalizioni in un mondo multilaterale e una di queste o forse la più importante perché coesa nella difesa dell’ambiente e dello stato di diritto potrebbe essere proprio la equal partnership euro-americana.

In vista del sessantesimo anniversario della dichiarazione di interdipendenza di JFK una coalizione di innovatori (o federalisti) europei potrebbe elaborare un manifesto per proporre gli elementi di un progetto, di un metodo e di una agenda per una vera equal partnership euro-americana.

 

PIER VIRGILIO DASTOLI                          

Roma, 23 novembre 2020

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