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DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO-ITALIA SULL’INIZIATIVA FRANCO-TEDESCA

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Merkel MacronIl 18 maggio 2020, al termine di una video conferenza stampa congiunta, il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno annunciato di aver trovato un accordo comune sulla cifra del Recovery Fund per il rilancio europeo in seguito alla crisi economica causata dal coronavirus.

Fra le misure proposte, vi è infatti l’istituzione di un fondo da 500 miliardi per la ripresa dell’economia europea.

A seguito di questa iniziativa, il Movimento europeo in Italia ha adottato una propria dichiarazione che qui si riporta integralmente:

 

 

DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO IN ITALIA

SULL’INIZIATIVA FRANCO-TEDESCA PER IL RILANCIO EUROPEO DI FRONTE ALLA CRISI DEL COVID-19

Abbiamo celebrato da pochi giorni il 70mo anniversario della Dichiarazione Schuman che, dopo decenni se non secoli di guerre che possiamo definire fratricide, consacrò la creazione di una comunità non solo di fatto ma anche di diritto che avrebbe inizialmente viaggiato alla velocità del motore a due cilindri franco-tedesco.

Nacque così il direttorio fra Parigi e Bonn che, tredici anni dopo, fu consacrato nel Trattato dell’Eliseo del gennaio 1963.

Il cammino dell’integrazione europea in settanta anni è stato segnato spesso dalla spinta di questo motore e quando esso non ha funzionato il cammino si è interrotto o si è rallentato anche se sappiamo che il processo di integrazione è andato avanti – o è si è arrestato temporaneamente senza tuttavia mai tornare indietro – grazie al contributo di metodi diversi:

  • quello comunitario (che Jacques Delors chiamò « dell’ingranaggio ») che ruota sopratutto intorno al ruolo della Commissione europea,
  • quello confederale che ruota intorno al Consiglio europeo,
  • quello intergovernativo che agisce attraverso le diplomazie nazionali,
  • e – last but not least – quello federale che ruota intorno all’esclusività del potere monetario della Banca Centrale Europea, al primato del diritto europeo (checché ne dica il Tribunale Costituzionale tedesco) affermato dalla Corte di Lussemburgo e a quell’embrione di democrazia europea che risiede nel Parlamento europeo.

Il motore franco-tedesco ha dato spesso una spinta all’azione che si doveva poi sviluppare attraverso gli altri metodi sapendo che, nei momenti di crisi e cioè di scelte esistenziali, era necessario un ampio accordo degli attori nazionali ed europei per andare avanti.

Gli esperti (nel senso degli studiosi delle questioni europee) sanno che – come i veri motori a due cilindri – quello franco-tedesco ha sempre mostrato una polivalenza originale adattandosi nel tempo a ruoli diversi  confermando le ragioni della sua evoluzione lunga settanta anni.

La crisi provocata dal coronavirus e i suoi effetti sulle nostre società impongono scelte rapide per le quali il motore franco-tedesco è ripartito per contribuire a rafforzare la nostra sovranità sanitaria, a creare le condizioni di un rilancio ambizioso al fine di garantire la solidarietà e la crescita in tutta l’Unione europea, ad accelerare le transizioni ecologica e digitale, ad accrescere la sovranità economica e industriale europea insieme ad un nuovo slancio di un mercato totalmente integrato e a promuovere la convergenza sociale.

Ecco in rapida sintesi quali sono i sei elementi essenziali che emergono dalla propulsione del motore franco-tedesco e da cui partono sette proposte che innovano rispetto al confuso dibattito europeo di queste ultime settimane:

  • Francia e Germania propongono di autorizzare la Commissione a creare debito pubblico europeo con un ammontare di 500 miliardi di EURO nel rispetto dei trattati, per rafforzare il bilancio europeo NON ATTRAVERSO PRESTITI MA ATTRAVERSO SPESE (GRANTS) sulla base di programmi conformi alle priorità europee a favore dei settori e delle regioni più colpite (proporzionalità progressiva) con investimenti per le transizioni ecologica e digitale, nella ricerca e nell’innovazione;
  • Francia e Germania propongono di arricchire progressivamente il bilancio pluriannuale europeo con risorse proprie derivanti da un border carbon adjustment, da una tassazione equa dell’economia digitale e da una base comune dell’imposta sulle società nel quadro di una più generale fiscalità equa in tutta l’Unione europea;
  • Francia e Germania chiedono di rafforzare la nostra sovranità sanitaria con mercati pubblici comuni, ricerca e sviluppo per i vaccini, capacità di produzione autonoma, una task force europea e norme europee;
  • Francia e Germania propongono un’economia e una base industriale europee resilienti e sovrane, adattando le regole degli aiuti di Stato alla luce di una politica per il clima ambiziosa;
  • Francia e Germania chiedono di accelerare le discussioni per un salario minimo adatto alle situazioni nazionali;
  • Francia e Germania hanno chiesto alla Banca Centrale Europa (che ha subito risposto positivamente) di avviare una riflessione sulla revisione del Patto di Stabilità dopo la pandemia;
  • Last but not least Francia e Germania chiedono che la Conferenza sul futuro dell’Europa apra un vasto dibattito democratico sul progetto europeo, sulle sue riforme e le sue priorità.

La storia del processo di integrazione europea ci ha insegnato l’utilità del motore franco-tedesco ma anche che esso non basta se la sua propulsione non viene accompagnata da una visione di lungo periodo che appartiene solo alla prospettiva dell’evoluzione della Comunità da un sistema sui generis ad un modello federale perché le soluzioni per far uscire l’Unione europea dalla crisi saranno solide solo se saranno iscritte in un progetto destinato a durare nel tempo e questo progetto sarà fondato sul consenso delle cittadine e dei cittadini solo se essi comprenderanno il valore aggiunto della sovranità europea e i costi della non - Europa.

Attendiamo ora la risposta federale dal Parlamento europeo - che potrebbe essere annunciata il 9 luglio 2020 in occasione del quarantennale dell’avvio dell’iniziativa costituente della prima Assemblea eletta e che si costruisca intorno all’ampia maggioranza che si è espressa il 15 maggio 2020 sul Quadro Finanziario Pluriennale, le Risorse Proprie e il Piano di rilancio - affinché la riforma del sistema europeo avvenga secondo un modello democratico e dunque efficace.

ROMA, 19 MAGGIO 2020

 

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