10 ANNI DALLA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

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13.10.2023Sono passati ormai 10 anni da quando il 3 ottobre 2013 un peschereccio partito dalla Libia con a bordo oltre 500 migranti si rovesciò e sprofondò causando la morte di 368 persone, a poche miglia dalle coste dell'isola di Lampedusa.

Al tempo, sembrava che la tragedia di Lampedusa potesse portare ad una reazione decisiva nell'opinione pubblica e nella classe politica europea, innescando il tanto atteso processo di riforma delle politiche migratorie nazionali ed europee atteso, già allora, da molti anni.

A dieci anni di distanza dal terribile naufragio, possiamo dire che nulla è cambiato da allora, e la rotta del Mediterraneo continua a mietere vittime.

Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati nel 2023 circa 186 mila migranti hanno raggiunto l'Unione Europea, approdando per la maggior parte in Italia. Di questi, sempre secondo l'UNHCR, oltre 2700 avrebbero perso la vita, 2000 nella sola Rotta del Mediterraneo centro-meridionale.

Secondo il Missing Migrants Project dell'Agenzia ONU International Organization for Migration (IOM), che ha iniziato a registrare il numero di persone morte o disperse nei processi migratori, su oltre 58.000 perdite a livello mondiale, 28.000 sarebbero state registrate nelle sole rotte migratorie del Mar Mediterraneo, a cui se ne aggiungono altre 1000 nelle rotte interne al continente Europeo.

Dinnanzi alla fredda desolazione di un bilancio disastroso, figlio dell'incapacità della società e della politica Europea di dare una risposta efficace e comune al fenomeno della mobilità umana, è compito di ognuno di noi riflettere sul peso dei nostri errori in quanto comunità per poter, in qualità di comunità umana, agire per risolvere quello che non è un problema, non è un'emergenza, ma è il paradossale dramma della nostra epoca.

Ne siamo tutti responsabili, ma forse qualcuno ancora non lo ha compreso.