Nell'ambito del primo “Festival d'Europa” promosso dall'Istituto Universitario Europeo, il Consiglio Italiano del Movimento Europeo ha organizzato il 9 maggio un FORUM aperto alla cittadinanza ed alla società civile, per inquadrare i problemi e le sfide che sta affrontando l’Unione delineando i contenuti di un progetto, di un'agenda e di un metodo di lavoro politico in vista delle elezioni europee del 2014.
Il Forum “Verso il 2014: L'Europa che vogliamo” aperto e moderato da Pier Virgilio Dastoli, presidente del CIME si è articolato in distinti momenti di confronto, tutti partecipati e ricchi di spunti di riflessione e di proposte.
Hanno aperto la mattinata i rappresentanti di varie organizzazioni giovanili, moderati dal Segretario generale della GFE, Simone Vannuccini, con una riflessione sul ruolo delle organizzazioni giovanili e di volontariato (Patrizio Petrucci – CESVOT) su alcune politiche dell’UE, come l’agricoltura (Matteo Brunelli - ANGA, la cittadinanza attiva e la politica estera (Edoardo Morgante – M.S.O.I) . L’appello finale è stato lanciato dal Presidente dello Youth Forum europeo, Peter Matjasic, che ha ricordato come l’Unione debba assolutamente puntare, anche in un momento di crisi, su tutte quelle politiche e misure che promuovano la mobilità giovanile e la cittadinanza europea attiva dei giovani, per garantire a sé ed alle giovani generazioni un futuro di progresso e di sviluppo sostenibile.
La seconda fase del dibattito, che ha visto alternarsi, in due differenti panel (le priorità della settima legislatura europea e le prospettive del 2014), 16 relatori rappresentanti di altrettante organizzazioni della società civile, è stata particolarmente ricca di analisi e proposte. E’ in generale emersa una diffusa preoccupazione su una “casa europea” che vacilla oggi sempre più sotto i colpi della crisi economica, della mancanza di iniziativa politica comune e di un crescente populismo antieuropeo.
Diogo Pinto, Segretario generale del Movimento Europeo Internazionale ha evidenziato come debba essere considerato illusorio qualsiasi progetto di soluzione della crisi, basato su ricette intergovernative, essendo proprio la rincorsa dei governi nazionali ad agire solo sulla base di apparenti interessi interni, per buona parte, la causa del problema. Invoca quindi piuttosto un ritorno allo spirito originario del progetto degli Stati Uniti d’Europa in cui è l’interesse comune di tutti i cittadini quello che dovrebbe avere la priorità. Sandro Gozi, vice presidente CIME, a nome dello Spinelli Group concorda con tale impostazione accusando l’UE di essere paralizzata dalla paura, mentre servirebbe un rilancio basato su due parole d’ordine: democrazia e diritti.
Molto significativo l’intervento di Luca Visentini, prossimo Vicesegretario della Confederazione europea dei sindacati (ETUC), che ha evidenziato come la crisi attuale sia frutto di anni di errata impostazione dell’economia, concentrata prevalentemente su dinamiche finanziarie piuttosto che sulla ricerca di ricette per lo sviluppo. L’eccesso di potere del Consiglio Europeo e le politiche ancora basate su logiche finanziarie alla base del modo odierno di affrontare le situazioni, rischiano a suo avviso di causare una seconda ancor più pesante fase di recessione.
Molti relatori hanno inoltre evidenziato l’inadeguatezza di alcune misure previste dalla Strategia Europa 2020, ma anche la debolezza e l’incoerenza, con cui il governo italiano stia dando un contributo agli obiettivi previsti.
Tutti gli intervenuti (tra i quali anche: Papi Bronzini, Gabriele Panizzi, Nicoletta Teodosi ( Intervento (13.99 kB)), Ruggero Del Vecchio, Carmelo Cedrone, Maria Paola Costantini, Michele Gagliardo, Carlo Alberto Graziani, Raimondo Cagiano De Azevedo, Guido Ercolessi, Riccardo Nencini, Lamberto Zanetti) concordano sul fatto che si debba puntare su una maggiore coesione della società civile sensibile ai temi europei, con l’obiettivo di promuovere un'alleanza di innovatori per consolidare la casa europea.
Dopo la premiazione dell’annuale concorso CIME, AICCRE, AEDE per la Festa dell’Europa, i lavori sono ripresi con due diversi panel di approfondimento sul tema della Comunicazione dell’UE.
Il primo panel dal titolo “L’Europa che vediamo, ascoltiamo e leggiamo”, coordinato dal direttore dell’Agence Europe, Giampiero Gramaglia, ha visto la partecipazione di operatori appartenenti a diverse tipologie di mass media tutti con al loro attivo esperienze innovative ed originali di progetti tesi a informare sull’attualità dell’Unione. Hanno riferito così in merito alle loro esperienze e attività, MTV Italia (Francesca Ulivi), EurActiv (Daniela Vincenti Mitchener), Cafebabel (Maria Cerino), PRESSEUROP (Gabriele Crescente).
Il Consigliere speciale Media&Comunicazione della Commissione Europea Thierry Vissol, ha poi evidenziato punti critici che, dal punto di vista delle istituzioni europee, devono essere risolti. E, in particolare, la migliore organizzazione dell’enorme informazione europea esistente, una più coerente sinergia tra le diverse istituzioni UE e la formazione di giornalisti con conoscenze sufficienti in merito all’informazione sull’UE
Il secondo panel coordinato da Gerardo Mombelli, Presidente dell’associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale, ha esaminato il rapporto esistente tra media e democrazia quando si parla del processo di unificazione europea. Su questo si sono confrontati vari stakeholders e istituzioni nazionali ed europee. Sono stati sollevati da Luisa Crisigiovanni (Altroconsumo) Intervento (159.16 kB), Fabio Masini (CESUE), Juan Carlos De Martin (Centro Nexa), Stefano Milia (CIME), Marco Ricceri (EURISPES) temi come il cittadino europeo consumatore, la nuova forma di comunicazione attraverso la rete, la media literacy e le risorse per la comunicazione istituzionale dell’UE. Le istituzioni (Commissione europea rappresentata da Roberto Santaniello, Parlamento Europeo da Massimo Palumbo, Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri da Anna Maria Villa) hanno dato prime risposte e presentato i loro progetti.
Il presidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli, sulla base anche delle problematiche e spunti emersi dal Forum di Firenze, ha dichiarato che quel che sta avvenendo per l’immigrazione, la libera circolazione delle persone, le relazioni con i paesi del Nord Africa e l’aiuto ai paesi in via di sviluppo (per citare solo alcuni dei problemi più acuti) rischia di condurre dall’Unione alla dis-unione. Di fronte all’impotenza dei governi ed ai lacci e lacciuoli che paralizzano le istituzioni europee, è indispensabile ed urgente un’alleanza della società civile che si appropri degli strumenti della democrazia partecipativa previsti dal Trattato di Lisbona ed in particolare dell’iniziativa dei cittadini europei (art. 11 TUE).
Dopo la chiusura dei lavori del Forum si è tenuta anche una breve presentazione di lancio del nuovo portale internet EurActiv.it, che si augura possa dare in futuro un importante contributo per dare insieme voce all’Italia in Europa e maggiore spazio per l’Europa in Italia.