Durante l’annuale appuntamento del Seminario federalista europeo di Ventotene, giunto ormai alla sua ventinovesima edizione, e che in Italia e nel resto d’Europa ha dato un contributo sempre rilevantissimo per lo sviluppo di una coscienza europeista e federalista in migliaia di giovani, il 29 agosto si è tenuta una cerimonia ufficiale per la consegna del premio giornalistico "Altiero Spinelli". Il riconoscimento, alla sua prima edizione, è stato ideato per premiare il miglior servizio giornalistico sul tema del federalismo e dell'unificazione politica europea.
Assegnato a Ferdinando Riccardi, 82 anni, direttore di Agence Europe che per mezzo secolo si è occupato di unificazione europea, il premio ha inteso sottolineare il contributo originale del giornalista a favore della nascita di un’opinione pubblica europea.
La giuria, composta da rappresentanti dell’Istituto Spinelli e del Movimento Federalista Europeo, dalle Rappresentanze in Italia della Commissione europea e del Parlamento europeo, dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali, dalla Regione Lazio, dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, dalla Provincia di Latina e dal Comune di Ventotene, si è espressa unanimemente a favore del direttore di Agence Europe.
A sottolineare la straordinarietà dell'impegno professionale di Riccardi a favore dell'integrazione europea, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto pervenire per l'occasione una propria medaglia di rappresentanza, consegnata al direttore di Agence Europe dal Presidente del Movimento Federalista Europeo, Lucio Levi. Dal Vicepresidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli è stata invece consegnata una targa per ricordare l'opera e il pensiero di Altiero Spinelli.
"Per apprezzare il contributo che Riccardi ha dato all’obiettivo dell’unificazione politica europea," sottolinea il direttore dell'Istituto Spinelli Domenico Moro, "possiamo ricordare la consapevolezza, da parte del giornalista, dell’importanza delle istituzioni nell’assicurare relazioni permanenti tra Stati basate sul diritto e non sulla forza. Contrariamente alle “élites intellettuali che, in Italia ed altrove, affermano che è la cultura che fa l’unità dell’Europa e manifestano un certo disprezzo per l’Europa economica (ritenuta troppo materiale e senza slancio ideale) e istituzionale (considerata complicata e burocratica)”, Riccardi fa spesso presente che l’Europa ha già conosciuto periodi di forte coesione culturale, ma che l’assenza di unità politica e di istituzioni comuni, non poteva impedire le guerre tra europei." "Riccardi" continua Moro "fa spesso l’esempio dell’opera <<Don Giovanni>>: <<Un personaggio creato dallo spagnolo Tirso de Molina, ripreso e diffuso in tutta Europa da Molière, messo in versi dall’italiano Da Ponte con la musica dell’austriaco Mozart e rappresentato per la prima volta in Europa a Praga: dunque, quale miglior simbolo dell’unità culturale europea?>> Ciononostante, qualche anno più tardi scoppiava una serie di guerre che avrebbero devastato il continente fino al 1815, per poi ricominciare un poco più tardi e fino alle guerre mondiali del ventesimo secolo. <<Non ci può essere pace durevole in Europa - conclude Riccardi - senza unità politica ed istituzioni comuni>>.
Al Seminario, durante la Tavola rotonda prevista per venerdì 3 settembre, dal titolo IL RUOLO DEI PARTITI POLITICI EUROPEI E DEL PARLAMENTO EUROPEO PER UN GOVERNO FEDERALE EUROPEO ED UNA COSTITUZIONE FEDERALE EUROPEA, interverrà, tra gli altri, il Presidente dell’Intergruppo federalista alla Camera e Vicepresidente del CIME, On. Sandro Gozi.
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