Newsletter n.14/2020 - Iniziative della settimana

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Non è mai esistito in Europa un periodo più lungo di pace, stabilità e cooperazione reciproca. Ma questo traguardo – per quanto inedito nella Storia – non è considerato sufficiente e queste non sono considerazioni euroscettiche. Si tratta proprio della sintesi della giornata dedicata ai settant’anni della Dichiarazione Schuman, che ha visto un punto di convergenza su questo obiettivo. L’Unione europea deve poter fare di più. Non è pensabile una politica monetaria comune senza che vi sia una politica fiscale comune e non è pensabile una politica fiscale comune senza una politica macro-economica europea. Non è possibile condividere una moneta senza che vi sia la condivisione di un senso di comunità, di una reciproca appartenenza, dell’essere parte della stessa Storia, dello stesso destino. Dello stesso futuro. Molto resta ancora da fare, come ha riconosciuto lo stesso Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, che in questi giorni si è a lungo soffermato non solo sulla tecnica dell’intervento in corso di rilancio dell’economia, ma anche su una visione d’insieme, guardando al domani, per un coordinamento europeo più efficace. La festa dell’Europa del 9 maggio si chiude con questo auspicio e, al termine di questa settimana, vogliamo qui brevemente riassumere le tappe principali che hanno condotto alle celebrazioni di sabato scorso. Pur consapevoli che non sia sufficiente una newsletter per dar spazio a tutti gli interventi, vi diamo modo, attraverso questa sintetica panoramica, di farvi un’idea per poi riascoltare o rivedere sul web le numerosissime iniziative svoltesi.

Prima dello Europe Day, due importanti momenti di discussione si sono svolti il 7 e l’8 maggio, rispettivamente con un webinar, “Dopo la pendemia: un progetto per l’Europa”, in cui il Presidente del Movimento Europeo Italia, Pier Virgilio Dastoli, si è soffermato sul futuro dell’Europa dopo la pandemia e con un evento organizzato dalla rete di 14 organizzazioni della società civile “Europe ambition 2030”: un "nuovo contratto sociale", il cambiamento di governance nell'era digitale, l'Agenda 2030 nella politica Ue. L’evento ha visto gli interventi sia del Presidente Dastoli che del membro del consiglio di Presidenza, prof. Alberto Majocchi. La discussione si è suddivisa in due sessioni, sul green deal e sul recovery plan economico, con la presenza, tra l’altro, in rappresentanza dell’Asvis, del prof. Enrico Giovannini. Per quanto riguarda il Movimento Europeo, il Presidente Dastoli ha posto l’attenzione sul ruolo di partecipazione attiva della società civile rispetto a temi chiave per il futuro dell’Europa quali il social / green deal, la sostenibilità, il pilastro sociale, le riforme necessarie all’Unione. Il prof. Majocchi si è soffermato sulle ragioni dell’urgenza di un bilancio europeo all’altezza delle sfide. Per perseguire tale obiettivo, un ruolo centrale dev’essere quello del Parlamento europeo; l’Europa deve poter svolgere il ruolo di garante per la sostenibilità di un nuovo, ambizioso programma che si regga su una rinnovata attenzione alla sostenibilità ambientale e che sia finanziato da una imposta sulle emissioni, la cosiddetta border carbon tax. Si tratta di una strategia ecologica che trova dei punti di connessione con il piano per un debito  pubblico europeo e che è necessaria per perseguire una importante finalità sociale: l’uguaglianza delle opportunità. Volendo fare un collegamento con l’importante incontro di dicembre “Empower citizens for the future of Europe 2”, cui seguì la Dichiarazione di Milano, riportata nella newsletter n. 1 di questa serie, si può dire che, nel dibattito di cui si è parlato, tornano all’attenzione i punti allora fissati, che si pongono quali obiettivi da perseguire in questo decennio e per i quali vi rimandiamo a questo link.

 

Per quanto riguarda la festa dell’Europa molto resta da aggiungere. Richiamiamo qualche altro spunto interessante del 9 maggio scorso: uno proviene dall’attività del Movimento Europeo a contatto con le scuole. Il Liceo Scientifico Statale “G. B. Scorza“ di Cosenza ha infatti organizzato una videoconferenza dal titolo “I giovani per l’Europa, l’Europa per i giovani”, in occasione della presentazione della fase finale del Progetto “Ambassador School Programme 2019/20” del Parlamento Europeo; un’iniziativa partecipata da studenti coinvolti nel progetto, dai docenti del Liceo e da esperti del tema, tra cui il Presidente Dastoli. Un altro è rappresentato dal dibattito organizzato da Eumans – uno dei tanti della giornata, svoltosi alle ore 13 – a cui ha partecipato il Presidente, sul tema del seguito della petizione presentata da Virginia Fiume il 30 aprile scorso al Parlamento europeo, per un ruolo più attivo delle istituzioni europee nella risposta coordinata alla pandemia, per lo stato di diritto, per il funzionamento della democrazia interna all’Unione, per una rinnovata attenzione all’ambiente e al sociale. Infine, la Festa dell’Europa ha visto un ulteriore momento di confronto: “70° anniversario della Dichiarazione Schuman – La nuova sfida per l’Europa”, promossa dal Movimento Europeo Italia, Movimento Federalista Europeo, Gioventù Federalista Europea e AICCRE. Assieme al Presidente Dastoli, si è ragionato sull’opportunità che ha oggi l’Europa per costruire una più ampia condivisione della sovranità a livello europeo, su valori comuni. È quanto si è detto in apertura: condividere la propria Storia significa essere in grado di auto-percepirsi come una comunità di destino,  che guardi in una medesima direzione al proprio futuro. Moltissimi gli interventi in questa sede, tra cui alcuni rappresentanti politici che sono anche membri del Consiglio di Presidenza del Movimento Europeo: Brando Benifei, Sandro Gozi, Stefano Bonaccini. Ecco rappresentato in sintesi il modo in cui l’alto impegno ideale delle madri e dei padri fondatori viene visto e vissuto oggi, ecco chi oggi si fa portavoce di rilanciare l’appello del 9 maggio 1950, che val qui la pena di richiamare: "La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto".