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Newsletter n.9/2020 - Europa e mondo: la portata della sfida attuale

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L'editoriale
Iniziative della settimana
Documenti chiave
Non chiudere gli occhi…
Carta dei diritti fondamentali
L'Europa dei diritti
Consigli di lettura
Agenda della settimana

 


 

Alle frontiere dell’Unione

La pandemia da Coronavirus che si è sviluppata in tutto il continente europeo e che ora colpisce in misura ancora maggiore gli Stati Uniti ha praticamente messo il silenziatore – con qualche rara eccezione – alla drammatica situazione in Siria, con la conseguente crisi migratoria al confine fra la Grecia e la Turchia e dai rischi di una catastrofe economica e umanitaria sul continente africano, pur denunciata da Bill Gates il 14 febbraio a Seattle davanti alla Associazione americana per la promozione della Scienza: una catastrofe ignorata, perché questa nuova epidemia è tuttora considerata come una “malattia di bianchi” al contrario di Ebola che era una “malattia dei neri”.

Gli europei hanno dimenticato che a Idlib in Siria un milione di persone vivono in una situazione infernale, che quasi tutto il paese è ormai sotto il controllo di Assad  e del suo esercito, che centinaia di migliaia di siriani sono stati costretti alla fuga per una guerra che dura da quasi dieci anni.

Quel che è avvenuto e sta avvenendo in Siria è dovuto in larga parte all’assenza dell’Unione europea nella regione e alle politiche contrastanti, fluttuanti e contraddittorie dei paesi  europei a cominciare dalla Francia.

L’Unione europea nel suo insieme, a cominciare dal suo Alto Rappresentante Borrell, deve assumere un’iniziativa politica, diplomatica e militare nella regione riaprendo a livello internazionale la questione della permanenza al potere del regime di Assad, cancellata dall’agenda delle potenze mondiali quando il dittatore siriano rivendicò il suo  ruolo nella lotta contro l’ISIS.

L’occasione di riaprire il dossier siriano può e deve essere colta quando si incontreranno a Roma a ottobre i leader religiosi e delle società civili del Mediterraneo. In secondo luogo l’Unione europea nel suo insieme deve affrontare la questione della crisi migratoria al confine fra Grecia e Turchia, riaprendo il negoziato fra i paesi membri  sulla loro ripartizione secondo criteri umanitari e di ricongiungimento familiare, creando corridoi umanitari e mostrando forte determinazione con la Turchia, una potenza regionale incapace di portare la pace in territori insanguinati dalle guerre.

In terzo e ultimo luogo (last but not least) l’Unione europea deve rafforzare il piano per la ricostruzione dell’Africa affrontando gli effetti dell’emergenza sanitaria che sta colpendo duramente paesi con popolazioni potenzialmente vulnerabili e Stati, come l’Africa del Sud ma non solo, con un forte tasso di urbanizzazione che facilita la diffusione del  virus.

L’Africa, continente esportatore di materie prime, può subire una terribile crisi economica se si rallenterà e si arresterà la produzione di queste materie, con conseguenze non solo per i paesi produttori ma anche per i paesi europei importatori, le cui industrie si vedrebbero improvvisamente private di materie essenziali per rilanciare l’economia dopo la fine dell’emergenza.

Gli Europei devono essere coscienti del  fatto che una nuova catastrofe economica e sociale in un continente che si avvia nei prossimi decenni ad una crescita esponenziale della sua popolazione provocherebbe un aumento della instabilità e dei regimi autoritari con ripercussioni evidenti anche per l’Europa.

 coccodrillo


 

Iniziative della settimana

Nella settimana in cui si sono ricordati i 63 anni dalla firma dei Trattati di Roma – ricordiamo che nella sezione “Documenti chiave” è riportata la Dichiarazione di Roma del 2017, diffusa in occasione del sessantenario – l’Unione europea continua a vivere le grandi difficoltà del momento. Permane anche la situazione di stallo precedente, di deadlock,punto morto”. Per analizzare la situazione, proprio nella data del 25 marzo, il presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo, Pier Virgilio Dastoli, ha rilasciato un’intervista realizzata da Lanfranco Palazzolo che si può ascoltare cliccando qui.

EuropaSempre il 25 marzo, “Più Europa” ha tenuto un dibattito con la presenza di numerosi ospiti importanti. Il presidente Dastoli, in tale occasione, ha affermato che “passata la tempesta non possiamo più ricominciare come se tutto fosse come prima; per quanto riguarda il Trattato di Lisbona, molto non si può realizzare senza le competenze e le risorse, molto non è stato fatto perché vi si sono opposti i governi, nonostante le previsioni degli artt. 3 e 4 del Trattato sull’Unione europea e degli art. 168, 196 e 222 del Trattato sul funzionamento dell’Unione”. Ricordiamo che ai sensi dell’articolo 4, ”In virtù del principio di leale cooperazione, l'Unione e gli Stati membri si rispettano e si assistono reciprocamente nell'adempimento dei compiti derivanti dai trattati. Gli Stati membri adottano ogni misura di carattere generale o particolare atta ad assicurare l'esecuzione degli obblighi derivanti dai trattati o conseguenti agli atti delle istituzioni dell'Unione. Gli Stati membri facilitano all'Unione l'adempimento dei suoi compiti e si astengono da qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell'Unione”. Un altro punto posto all’attenzione dal presidente Dastoli è quello della necessità di riformare il bilancio in senso federale per creare una garanzia europea degli eurobond, strumento che richiede un grande impegno e il superamento del metodo intergovernativo: “C’è un deadlock sul bilancio pluriannuale, che si può certo risolvere applicando l’idea degli eurobond, a condizione però che siano garantiti da un forte bilancio europeo: almeno il 2,5 o il 3% rispetto all’1% attuale. Ciò richiede di ritirare la proposta del  bilancio pluriennale presentato dalla Commissione Juncker, ormai non più attuale, del 2 maggio 2018. L’orizzonte temporale del bilancio dovrebbe essere non più settennale, ma quinquennale”. Infine, il presidente Dastoli si è soffermato sulle possibili evoluzioni della Conferenza sul futuro dell’Europa, il cui avvio era previsto per il 9 maggio ma che non potrà partirà certamente alla data prevista: non ha importanza in sé quale evento simbolico, ma ciò che conta è “un grande dibattito sul futuro dell’Europa. Nel breve periodo, la priorità è quella di trovare un accordo sul bilancio, nel lungo, bisogna guardare in prospettiva al 2024, ragionare su quali siano le competenze, per la nuova Europa, in settori importanzti quali la salute, l’industria, la sicurezza”.

Non sembrano provenire segnali di una significativa svolta – tuttavia necessaria – dopo il lungo Consiglio europeo del 26 marzo, in cui si è registrata la mancanza di un accordo, pur in una situazione di emergenza che richiederebbe tempestività e solidarietà. Rispetto a tale impasse, l’auspicio è che si trovi un’intesa di alto livello, ricordando che l’Unione europea si fonda sulla solidarietà e la cooperazione reciproca, forse mai così importante come oggi, per far fronte alla crisi che stiamo attraversando.

EU can do itIn relazione a ciò, si ricorda anche l’adesione del Movimento Europeo alla petizione indirizzata da Eumans, organizzazione che vede tra i suoi principali sostenitori Marco Cappato, già parlamentare italiano ed europeo. Si chiede al Parlamento di individuare soluzioni su una serie di punti, in primo luogo sulla lotta al coronavirus, ma anche per il giusto ruolo della scienza nel dibattito pubblico, per rilanciare il ruolo del Parlamento europeo, per il superamento metodo intergovernativo, che non dà garanzie democratiche rispetto alle scelte che riguardano i cittadini.

 

 


 

Documenti chiave

 


 

Non chiudere gli occhi…

La crisi del coronavirus rappresenta ovunque un’emergenza, ma il Movimento Europeo richiama oggi l’attenzione anche sul dramma che in questo momento si sta vivendo per via della crisi sul confine greco – turco, del dramma dei profughi utilizzati come arma di ricatto da Erdogan nei confronti della Grecia. La Grecia, a sua volta, respinge persone in fuga da morte certa. Di fronte a fatti del genere, sembra che si sia perso il senso di umanità. La guerra in Siria, giunta al decimo anno, non ha trovato ancora soluzione. In un momento quale quello attuale, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, nell’indifferenza. Non stanno arrivando notizie, in questi ultimi giorni, da quel versante; già questo preoccupa, perché si sa che il problema esiste ed è ben lontano da un miglioramento. È bene che se ne parli, che l’Europa ascolti, che recuperi il senso della solidarietà che sembra perduto. Noi continueremo ad occuparcene.


 

Carta dei diritti fondamentali

Continuando la disamina della Carta dei diritti fondamentali, veniamo all’articolo 7, relativo al rispetto della vita privata e familiare: “Ogni individuo ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle sue comunicazioni”. In una situazione quale quella attuale, ricordare questo diritto è molto importante. Non è peraltro un compito semplice: in una pandemia, ci si trova di fronte alla necessità di bilanciare il diritto alla riservatezza e quello alla salute. Ad affermare la prevalenza, in determinati casi, del diritto alla salute su quello alla riservatezza è lo stesso GDPR nel considerando 52:La deroga al divieto di trattare categorie particolari di dati personali dovrebbe essere consentita anche quando è prevista dal diritto dell'Unione o degli Stati membri, fatte salve adeguate garanzie, per proteggere i dati personali e altri diritti fondamentali, laddove ciò avvenga nell'interesse pubblico, in particolare il trattamento dei dati personali nel settore del diritto del lavoro e della protezione sociale, comprese le pensioni, e per finalità di sicurezza sanitaria, controllo e allerta, la prevenzione o il controllo di malattie trasmissibili e altre minacce gravi alla salute”. Bisogna immedesimarsi in questa situazione e immaginare cosa può succedere in un condominio, per esempio, in cui si venga a scoprire un caso di persona affetta da coronavirus. Ebbene, è già successo e ne è stata data notizia: si sono verificati casi in cui sapere di essere vicini di casa di un contagiato ha provocato reazioni di distacco ed emarginazione, di volontà di allontanamento. Da questo esempio si possono trarre alcune considerazioni: se è vero infatti che esiste il diritto alla riservatezza e che viene incluso nella Carta, è altrettanto da considerare come esso possa essere, in determinati casi, su un piatto della bilancia rispetto ad altri diritti. Ed è altresì da considerare il fatto che la scelta relativa a quale sia il diritto preminente possa generare effetti ulteriori.


 

L’Europa dei diritti

Quello delle politiche sanitarie è un settore complesso, sul quale si investono risorse consistenti. Per ragioni di varia natura, possono insorgere delle controversie giudiziarie in tale ambito. Esaminando il lavoro svolto dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, abbiamo esaminato un discreto numero di controversie definitesi negli ultimi tempi e relative alle procedure di appalto per l’assegnazione di determinate prestazioni sanitarie. Riteniamo qui interessante citare alcuni casi, che interessano sia perché riguardano un aspetto socio – economico  di primaria importanza, quale la salute dei cittadini, sia per il fatto che hanno richiesto di interpellare la Corte in merito all’interpretazione di alcune direttive europee.

Un primo caso che vogliamo citare risale allo scorso anno: il 21 marzo 2019, infatti, la Corte si è espressa in merito all’applicazione della direttiva 2014/24/UE del Parlamento e Consiglio, che disciplina: sia aspetti generali, relativi all’individuazione dello status giuridico di associazioni che eroghino prestazioni sanitarie, concorrendo ad appalti pubblici; sia aspetti specifici, come il modo in cui intendere il concetto di “trasporto in ambulanza qualificato” e quale sia la corretta applicazione delle deroghe previste quando tale prestazione viene erogata dai soccorritori sanitari. Qui il testo integrale della sentenza.

Una seconda sentenza, del 18 ottobre 2018, è relativa all’interpretazione della direttiva 2004/18/CE del Parlamento e Consiglio, laddove osta  “ad una normativa nazionale […] la quale, equiparando gli ospedali privati «classificati» a quelli pubblici, attraverso il loro inserimento nel sistema della programmazione pubblica sanitaria nazionale, […] li sottrae alla disciplina nazionale e a quella dell’Unione in materia di appalti pubblici, anche nei casi in cui tali soggetti siano incaricati di fabbricare e fornire gratuitamente alle strutture sanitarie pubbliche specifici prodotti necessari per lo svolgimento dell’attività sanitaria, quale corrispettivo per la percezione di un finanziamento pubblico funzionale alla realizzazione e alla fornitura di tali prodotti”. Qui il testo integrale della sentenza.

Da ultimo: il 19 aprile 2018, è stata emessa una sentenza che chiarisce alcuni aspetti della direttiva 92/50/CEE del Consiglio: un’amministrazione aggiudicatrice, “qualora attribuisca un appalto pubblico di servizi che ricade sotto l’articolo 9 della suddetta direttiva, che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi […], è però tenuta a conformarsi anche alle norme fondamentali e ai principi generali del Trattato FUE, ed in particolare ai principi di parità di trattamento e di non discriminazione in base alla nazionalità, nonché all’obbligo di trasparenza che ne deriva, a condizione che, alla data della sua attribuzione, tale appalto presenti un carattere transfrontaliero certo, circostanza questa che spetta al giudice del rinvio verificare”. Qui il testo integrale della sentenza.


 

Consigli di lettura

L’Europa, da alcuni anni, sta vivendo una crisi di valori, perché sembra che il progetto di unità nella diversità, contro le guerre, contro i nazionalismi, abbia perso la sua attrattiva. Eppure la stessa Unione europea è anche resiliente, a patto che si sia in grado di compiere un’autoanalisi e ripartire. Di fronte alla portata della situazione attuale, le soluzioni semplicistiche non porterebbero a molto. In questo testo di recente uscita, “Uniti si può”, gli autori cercano di recuperare il senso e tracciare le coordinate del futuro. Uno dei  punti di partenza è proprio quello del rispetto dello stato di diritto. Nella prefazione, si afferma infatti che “Secondo l’art. 2 del Trattato sull’Unione europea (TUE), l’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze”. Ebbene, una tale dichiarazione, se l’Europa esiste, non può rimanere solo sulla carta. Ecco perché consigliamo la lettura di questo libro e, soprattutto, invitiamo il lettore a mettere in atto tutte quelle scelte che possano dimostrare che lo stato di diritto, la Carta dei diritti fondamentali, i valori dell’Europa insomma, possono essere riscoperti e trovare concreta applicazione, nella vita di tutti i giorni. 


 

Agenda della settimana

In settimana, Il presidente dell'Eurogruppo Mário Centeno riunirà i ministri delle finanze questa settimana per discutere ulteriormente le misure politiche che possono affrontare l'epidemia di COVID-19, dopo che i leader si sono riuniti giovedì scorso.

Lunedì 30 marzo

Commissione del Parlamento Europeo per lo sviluppo

L’alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, terrà una videoconferenza con Mahamat Zene Cherif, ministro degli affari esteri del Ciad.

Il commissario per le relazioni istituzionali Maroš Šefčovič, insieme a Michael Gove, ministro dell'ufficio di gabinetto del Regno Unito, avvierà in teleconferenza i lavori del comitato misto UE-Regno Unito nell'ambito dell'accordo di recesso.

 

Martedì 31 marzo

La commissaria per la giustizia e gli affari interni Ylva Johansson presiederà una videoconferenza informale dei ministri della giustizia

 

Mercoledì 1° aprile

Il commissario per il green deal Frans Timmermans terrà una videoconferenza con Fatih Barol, Direttore dell'Agenzia internazionale dell'energia.

Riunione dei commissari tramite videoconferenza

Il commissario per l’economia Paolo Gentiloni terrà una videoconferenza con Nicolas Dufourcq, CEO di Bpi (Banque publique d'investissement)  France.

 

Giovedì 2 aprile

Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE)

Commissione per gli affari esteri (AFET)

Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) - All'ordine del giorno: scambio di opinioni con Thierry Breton, commissario per il mercato interno, sulla risposta dell'UE all'epidemia di COVID-19, raccomandazioni sui negoziati per un nuovo partenariato con il Regno Unito, intelligenza artificiale nell'istruzione, nella cultura e nel settore audiovisivo.

Commissione per le petizioni

Il commissario Frans Timmermans terrà una videoconferenza con Bertrand Piccard, l'iniziatore di Solar Impulse.

Il commissario per la cooperazione e lo sviluppo internazionale Neven Mimica sarà a Johannesburg, in Sudafrica, per partecipare Forum africano sugli investimenti.

 

Venerdì 3 aprile

La commissaria Ylva Johansson presiederà una videoconferenza informale dei ministri della giustizia e affari interni

 

 

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