DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE CIME, PIER VIRGILIO DASTOLI, SULLA COMPOSIZIONE DELLA NUOVA COMMISSIONE UE

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Il Presidente Pier Virgilio DastoliIl Presidente eletto Junker aveva presentato in luglio un'agenda concentrata su dieci priorità, e ora esse sono distribuite fra sette vice-presidenti che dovrebbero coordinare, altri venti commissari. L’efficacia di questo tentativo è tutta da verificare. Scomponendo e ricomponendo portafogli, Jean Claude Juncker si è comunque dimenticato di riconquistare una coerenza e una sinergia che erano già state sbrigativamente liquidate dal suo predecessore Barroso.


Lo spacchettamento di clima e ambiente, la frammentazione delle azioni esterne (in particolare la cooperazione allo sviluppo e l'azione umanitaria), il mancato rapporto fra politica di migrazione e relazioni con i paesi da cui provengono i migranti, ne sono alcuni esempi.

 


Un segnale ancora più negativo: la composizione e la scomposizione dei portafogli poggia spesso su una suddivisione delle direzioni generali che poco o nulla ha a che fare con le competenze dei Commissari, e che richiederà dunque un lungo lavoro di riorganizzazione interna, che potrebbe paralizzare l’esecutivo proprio nel momento in cui la sua azione dovrebbe essere rilanciata con determinazione. Anche i diversi programmi di finanziamento, che erano spesso figli di logiche di accorpamento e le relative agenzie esecutive, si troveranno a dover essere rapportate a multipli referenti politici.


Una riflessione più politica mette poi in evidenza una serie di ulteriori problematiche che il Parlamento Europeo nelle sue prossime audizioni dovrebbe analizzare con grande attenzione.


Ad esempio, la scelta di associare la politica migratoria alla questione della sicurezza interna, attribuite fra l'altro a Dimitris Avramopoulos, fino a ieri ministro della difesa in Grecia, oppure la responsabilità della Cultura, Educazione, Gioventù e Cittadinanza, a Tibor Navracsics, che nella sua qualità di Vice-Primo Ministro ungherese, ha nel suo paese contribuito drasticamente a svuotare il pluralismo dei mezzi di informazione e il sistema dei diritti della Costituzione stessa, o ancora l'attribuzione al conservatore Jonathan Hill, e dunque agli interessi della City di Londra, dei servizi finanziari. Infine, è rimasta la confusione fra allargamento, relazioni con l'Est dell'Europa e politica Euro-Mediterranea.


Insomma, un'immagine dell'Unione, che cozza con la affermata volontà di etica e trasparenza da parte di Junker.