ELEZIONI EUROPEE 2019 - E ora?

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Il Consiglio di Presidenza del Movimento Europeo Italia, in data 30 maggio 2019, ha approvato il documento di indirizzo sui risultati delle lezioni europee, che contiene una serie di proposte per i prossimi passaggi istituzionali europei e la fissazione delle priorità politiche della prossima legislatura.

In vista dei negoziati per i vertici delle istituzioni europee, Il Movimento Europeo Italia vuole inoltre attirare l'attenzione su tre notizie sottovalutate dalla stampa italiana:

1. Dopo le elezioni legislative del 14 aprile si è costituito in Finlandia un governo di coalizione guidato dal socialdemocratico Annti Rinne con l’accordo del primo ministro uscente Sipilä e la partecipazione della Lega Verde, dell’Alleanza di Sinistra e del Partito Popolare Svedese di Finlandia. Il Partito dei Veri Finlandesi, alleato di Salvini, guidato da Jussi Halla-aho mastica amaro all’opposizione perché il nuovo governo ha deciso di investire nelle spese pubbliche, rendere più equo e più sostenibile il sistema fiscale e raggiungere la neutralità dal carbone nel 2035. Il ministro degli Esteri appartiene alla Lega Verde e il ministro degli affari europei al Partito Socialdemocratico. Rinne siederà al tavolo del Consiglio europeo il 20 giugno.

2. In Danimarca le elezioni legislative potrebbero consacrare oggi il ritorno al potere dei socialdemocratici e della loro leader Mette Frederiksen insieme ai social-liberali, al Partito Popolare Socialista e alla Lista d’unità. Tornerebbero all’opposizione i liberali di Rasmussen (e della Spitzenkandidat Vestager) e con loro il Partito del Popolo Danese, nazionalista. Frederiksen potrebbe sedere al tavolo del Consiglio Europeo il 20 giugno.

3. Nella Repubblica Ceca l’opposizione al premier liberale Babis, accusato di uso fraudolento dei fondi europei, ha portato in Piazza San Venceslao oltre centomila manifestanti. Sventolavano oltre alle bandiere ceche anche quelle europee.

Calano vertiginosamente le azioni di Manfred Weber e aumentano quelle di un’ampia maggioranza europeista al Parlamento europeo che dovrà porre rigide condizioni politiche per i vertici delle istituzioni europee: Commissione, Parlamento, Consiglio Europeo, Alto Rappresentante e BCE.

Riteniamo che il negoziato per la nomina e l’elezione di questi vertici debba avvenire alla luce del sole e non attraverso conciliaboli riservati. Per questa ragione chiediamo che il Parlamento europeo organizzi un dibattito pubblico di orientamento politico il 3-4 luglio e ricordiamo i nove punti di un programma per la legislatura che abbiamo sintetizzato nella nostra dichiarazione del 30 maggio adottata dopo le elezioni europee.