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DIBATTITO A ROMA “UCRAINA AL BIVIO ANALISI POST-ELETTORALE”

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Il Consiglio Italiano del Movimento Europeo e la Fondazione polacca Open Dialog hanno organizzato il 28 maggio a Roma presso la sede del CIME di Piazza della Libertà, un confronto tra diversi relatori per discutere dell’attuale situazione in Ucraina. L’incontro era nato come occasione di dibattito dopo il voto che si è tenuto, in gran parte del Paese, il 25 Maggio scorso.


Sono intervenuti S.E. amb. Rocco Cangelosi, Vicepresidente del Cime, Lyudmyla Kozlovska a nome di Open Dialog, Non Mikhelidze dello IAI, il giornalista Antonio Stango e Giampaolo Cadalanu de La Repubblica , Anna Lodeserto di European Alternatives, Alessandra Briganti ricercatrice del Cime, nonché un testimone diretto della spirale di violenza in cui sta precipitando il Paese: l’infermiera Olesya Zhukovskaya.

 

icon Programma completo (942.56 kB)


Il dibattito è stato molto partecipato ed anche a tratti estremamente animato ed ha portato alla luce diversi elementi spesso poco trattati dagli organi d’informazione. La situazione in Ucraina è divenuta complessa dopo le proteste di Marzo che spinsero alla fuga l’allora presidente Janukovich. Il precipitare drammatico degli eventi ha portato ad una serie di governi di transizione i quali ora si trovano a dover ancora trattare la crisi del vento di secessione filo-russa, prima della Repubbliche di Crimea e ora di altri territori .


Negli ultimi mesi la questione della secessione si è fatta più seria, con milizie paramilitari autonome, governi regionali che proclamavano l’ indipendenza e truppe regolari, secondo la comunità internazionale mandate dal Cremlino, che presidiavano le principali strade e i maggiori centri di comunicazione.


Per evitare un ulteriore escalation si è deciso di organizzare delle elezioni, che si sono regolarmente tenute il 25 Maggio, nonostante la mancata adesione alcune regioni autonome. La tornata elettorale ha visto vincitore Petro Poroshenko, principale concorrente dell’ attivista Yulia Timoshenko, arrivata seconda con un ampio margine di scarto. Subito dopo le elezioni l’ esercito ucraino è stato subito mobilitato per riconquistare il controllo del resto del Paese, dando inizio a qualcosa che assomiglia sempre di più ad una vera e propria guerra civile al centro dell’Europa.


Durante il dibattito si sono confrontate opinioni differenti sul significato di queste votazioni e sulla situazione politica in generale. Se infatti l’ interventismo russo è al limite con ciò che è consentito dalla diplomazia internazionale è altrettanto vero che una parte della popolazione della Crimea e in particolare del Donetsk si sente senza dubbio storicamente e culturalmente legata ai Paesi della CSI. Le due parti del Paese, il Nord e il Sud, sono molto diverse e se Kiev guarda con simpatia all’ Europa e all’ Occidente lo stesso non si può dire di Sebastopoli, tradizionale approdo, ancora oggi in funzione, degli interessi russi nel Mar Nero.


A complicare ulteriormente la situazione c’è il dubbio ruolo giocato dall’ estrema destra ucraina. Il partito Svoboda, accusato di fascismo e antisemitismo, aveva una rappresentanza consistente nel governo di coalizione, anche se il suo ruolo dopo le elezioni appare ridimensionato.


Appare, inoltre, chiaro che ormai una guerra parallela si sta combattendo nel mondo dell’ informazione. I media americani ed europei, accusati di essere parziali da Mosca, contestano fortemente le informazioni che provengono dalla stampa russa, che pure può avvalersi di una grande esperienza sul territorio e su un gran numero di notizie che non riescono a passare in Occidente, se non per loro tramite.


Sullo sfondo resta il progetto russo di un’ area di libero scambio, la così detta “Unione Eurasiatica”, che dovrebbe coinvolgere l’ Ucraina e creare un vasto mercato (almeno in termini di territorio) da contrapporre in qualche modo al libero scambio dell’ Unione Europea. L’ Ucraina quindi si ritrova, in un periodo di grosse transizioni interne ed esterne, ad essere un normale terreno di scontro.


I relatori si sono anche naturalmente soffermati sul ruolo dell’ Unione Europea nella gestione della crisi.


L’ Ue, da una posizione di debolezza, concentrata sui propri problemi economici e priva di una politica estera, si dimostra oggi inefficace nel prendere una posizione comune. Il principale sforzo europeo è stato organizzare una conferenza trilaterale (Ue-Usa-Russia) a Ginevra nel corso del mese di Aprile. Il meeting, avvenuto su impulso francese, ha avuto il merito di dare il via ad un negoziato, che tuttavia sembra successivamente continuato su base bilaterale, escludendo i politici europei dal tavolo delle trattative.


Il paradosso, più volte sottolineato nel corso dell’ incontro, è che l’ anelito di molti ucraini ad associarsi all’ Unione trova dall’ altra parte una risposta così disomogenea da far dubitare che l’ Europa possa essere un vero e proprio interlocutore.


Il dibattito, dalla durata di tre ore, è stato molto intensoe sono state presentate anche diverse domande ai relatori, specialmente riguardo al possibile futuro del Paese e su un possibile potenziamento della Politica Estera Europea nel corso del prossimo mandato della Commissione.


Registrazione audio integrale del dibattito (http://www.radioradicale.it/scheda/412042/ucraina-al-bivio-analisi-post-elettorale )

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