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DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO SUL PROGETTO DI RAPPORTO DELLA COMMISSIONE AFCO SULLA REVISIONE DEL TRATTATO DI LISBONA

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vdl5La Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo ha adottato il 25 ottobre, con la confortevole maggioranza di 19 voti favorevoli dei 5 gruppi che avevano espresso il Comitato di relatori (PPE-S&D-Liberali-Verdi e Sinistra), sei contrari ed una astensione, il progetto di rapporto per la revisione del Trattato di Lisbona per dare seguito alle raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Il progetto di rapporto dovrebbe essere discusso e votato nella sessione plenaria di Strasburgo dal 19 al 23 novembre.

Si tratta a nostro parere di un significativo punto di partenza ma non di arrivo per le seguenti ragioni:

1)  Se dovesse essere seguita la procedura prevista dall’art. 48 del Trattato sull’UE, dopo l’approvazione del progetto rapporto in seduta plenaria il Consiglio dovrà trasmetterlo al Consiglio europeo a cui spetta il compito di convocare la Convenzione per la revisione del Trattato.

Sappiamo tuttavia che la grande maggioranza dei governi ritiene che le raccomandazioni della Conferenza possono essere tradotte in politiche e decisioni a trattati costanti e sappiamo anche che molti governi sono attualmente ostili alla convocazione della Convenzione e vorrebbero optare o per una procedura di revisione semplificata dei trattati che esclude di fatto il Parlamento europeo o per introdurre le revisioni dei trattati nei futuri trattati di adesione.

2)  Il progetto di rapporto adottato dalla Commissione Affari Costituzionali contiene molti elementi innovativi su cui il Movimento europeo si è più volte espresso positivamente a cominciare dall’ampliamento delle competenze condivise o esclusive dell’Unione passando attraverso l’estensione del voto a maggioranza qualificata nel Consiglio e al rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo.

Restano tuttavia in sospeso alcune questioni a nostro avviso essenziali la cui soluzione positiva aprirebbe effettivamente la strada verso un’Europa federale.

Queste questioni riguardano in particolare il principio di attribuzione delle competenze all’Unione europea o la possibilità che esse vengano restituite agli Stati membri, un principio che resta per ora nelle mani dei governi.

Non è risolta in modo definitivo la questione del primato del diritto dell’Unione europea così come permane il principio che i due Trattati, e cioè quello di natura costituzionale sull’Unione europea e sul funzionamento dell’Unione europea, mantengono lo stesso valore giuridico.

Non viene inoltre stabilito l’obbligo per il Consiglio di decidere in prima lettura sugli atti normativi entro un termine di tempo preciso rendendo così ipotetico l’uso del voto a maggioranza qualificata.

Le relazioni esterne dell’Unione europea sono poi separate nei due Trattati mantenendo una confusione sul ruolo dell’Unione europea come attore internazionale e le procedure di adesione rimangono inalterate in un sistema che emargina sia il Parlamento europeo che i parlamenti nazionali e che non impone ai paesi candidati una chiara accettazione all’inizio dei negoziati di adesione dei valori dell’Unione europea a cominciare dalla Carta dei diritti e dal rispetto dello stato di diritto.

Infine, appare a noi ancora inadeguato il modo in cui l’Unione europea affronta la questione delle politiche migratorie con un approccio quasi esclusivamente securitario e la dimensione sociale dove permangono importanti settori sottoposti al voto all’unanimità nel Consiglio.

Ci esprimeremo in modo dettagliato su questo progetto di rapporto nel quadro della nostra “piattaforma sul futuro dell’Europa” quando sarà disponibile la sua versione consolidata prima del voto in seduta plenaria.

Insistiamo sulla necessità che il Parlamento europeo convochi una sessione straordinaria della Conferenza sul futuro dell’Europa (“agora”) coinvolgendo i cittadini e le cittadine “ambasciatori dell’Unione europea”, le reti della società civile e i partner sociali.

Reiteriamo la nostra convinzione che, di fronte all’immobilismo dei governi, il Parlamento europeo eletto nel prossimo giugno dovrebbe avviare un processo democratico costituente superando gli ostacoli del metodo intergovernativo.

Ribadiamo la necessità che la riforma dell’Unione europea per avviare un processo che porti a compimento la sua finalità federale debba essere adottata attraverso un referendum pan-europeo prima del suo allargamento e che debba essere definito il quadro di un sistema europeo di cooperazione strutturata nel caso in cui alcuni paesi membri decidano di non approvare questa riforma.

Bruxelles, 25 ottobre 2023

 

STATEMENT BY THE EUROPEAN MOVEMENT IN ITALY ON THE DRAFT REPORT OF THE CONSTITUTIONAL AFFAIRS COMMITTEE ON THE REVISION OF THE LISBON TREATY

 

 

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