Oggi ricorre il trentesimo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, inizialmente immaginato per aprire la strada all’Unione economica e monetaria e poi ampliato all’idea di gettare le basi di una unione politica per rispondere alla prospettiva del futuro allargamento ai paesi dell’Europa centrale liberati dall’imperialismo sovietico.
Con i suoi tre pilastri il tetto dell’Unione europea assomigliava - disse Andreotti - ad un teatro bizantino e, nonostante il fatto che qualcuno per santificarlo lo considerò una rivoluzione copernicana, la storia di questi trent’anni ci ha mostrato più le sue inadeguatezze intergovernative che il suo valore aggiunto federalista.
Dopo il Trattato di Maastricht abbiamo avuto nel 1999 il Trattato di Amsterdam e i suoi left over, l’inutile Trattato di Nizza nel 2003 la cui nullità fu compensata dal miracolo della Carta dei diritti e infine lo sciagurato Trattato di Lisbona entrato in vigore ben quattordici anni fa.
La via verso la federazione europea è ancora irta di ostacoli e dobbiamo confidare nella nascita di un gruppo di mischia di innovatori nel prossimo Parlamento europeo perché essa sia completata con un processo democratico costituente.
Movimento europeo Italia, 1 novembre 2023
"Se a qualcuno non piace Maastricht" di Pier Virgilio Dastoli (Il Mulino, giugno 1992)