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IL PRESIDENTE DEL CIME RIGUARDO AL DIBATTITO SUL DECENTRAMENTO IN ITALIA

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Il Presidente, Pier Virgilio DastoliIl Presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo, Pier Virgilio Dastoli, è intervenuto nella discussione sull'eventuale trasferimento di alcuni ministeri al di fuori della capitale ed in particolare di alcuni ministeri senza portafoglio (riforme e semplificazione legislativa) a Milano, del ministero dell'ambiente a Napoli, del ministero degli interni in Calabria e del ministero degli esteri in Sicilia.


“Con la riforma costituzionale del Titolo V approvata con referendum popolare, l'Italia è passata dal sistema centralizzato mutuato dalla Costituzione spagnola degli anni '30 ad un sistema federale che riguarda in particolare una diversa ripartizione di competenze fra le Regioni (e le istituende città metropolitane) e lo Stato.

Insieme all'applicazione della riforma da parte dello Stato e delle Regioni, il Parlamento avrebbe dovuto procedere rapidamente alla riforma degli organi parlamentari (Camera dei rappresentanti dei cittadini e Senato delle Regioni) e della composizione della Corte Costituzionale.

Ciò non è colpevolmente avvenuto perché il governo ed il Parlamento hanno dato la priorità al cosiddetto federalismo fiscale da una parte e ad un progressivo accentramento di funzioni regolamentari a livello dell'Esecutivo aumentando nell'uno come nell'altro caso la conflittualità fra enti regionali e Stato.

In particolare, le Regioni italiane sono state e sono tuttora penalizzate nella gestione dei fondi di coesione dall'uso extra legem da parte del governo della quota di cofinanziamento nazionale e dalla applicazione a tale quota delle regole interne del patto di stabilità nonostante l'opinione contraria delle autorità di Bruxelles.

Appare evidente che l'ipotesi di trasferimento di alcuni ministeri in Lombardia, in Campania, in Calabria ed in Sicilia configurerebbe una violazione della forma federale introdotta dalla legge costituzionale 3/2001 e rischierebbe di aumentare i conflitti fra Stato e Regioni già pendenti davanti alla Corte Costituzionale.

Dal punto di vista europeo, sarebbe invece urgente, anche in previsione della riforma della politica di coesione economica, sociale e territoriale per il periodo di tempo 2014-2019,


- dotare l'Italia di una cabina di regia centralizzata come è stato recentemente proposto dal Presidente della Confindustria siciliana Lobello,
- rafforzare le capacità di programmazione nella Conferenza Stato-regioni per la definizione delle grandi priorità da sottoporre alla Commissione europea nel 2014,
- creare strumenti e occasioni di cooperazione interregionale non soltanto in Italia ma anche fra regioni italiane e regioni di altri paesi dell'Unione europea e della sponda sud del Mediterraneo.

Tutto il resto è francamente risibile e fa parte di un conflitto pre-elettorale permanente che privilegia le ragioni del sotto-governo a quelle della crescita e dello sviluppo sostenibile del paese”

 

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