Non bisogna abbassare la guardia nella lotta al cambiamento climatico (I)
Nel prossimo mese di gennaio e in vista dell’inizio della campagna per le elezioni europee dal 6 al 9 giugno 2024, il Movimento europeo organizzerà un dibattito pubblico sulla lotta al cambiamento climatico.
In previsione di quest’impegno collettivo vale la pena di riassumere per le nostre lettrici ed i nostri lettori lo stato del programma legislativo di cui si è dotata l’Unione europea.
- ll Green Deal europeo (GDE) è stato adottato, su proposta del Parlamento europeo, con una Comunicazione della Commissione europea: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni (Green Deal europeo 11.12.2019 COM (2019) 640 final).
- Si trattava di un documento di 116 punti che impegnava i Paesi dell’Unione a mettere in moto «interventi ambiziosi per far fronte al cambiamento climatico e alle sfide ambientali, allo scopo di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C ed evitare una perdita massiccia di biodiversità».
- I vari obiettivi erano poi elencati in una tabella allegata alla Comunicazione, con scadenze temporali per la loro attuazione (LINK),
- Le proposte legislative della Commissione europea sono state suddivise nei seguenti settori:
- direttiva sulle energie rinnovabili;
- direttiva sull’efficienza energetica;
- iniziativa FuelEu Maritime;
- iniziativa ReFuelEu Aviation;
- regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi;
- direttiva sulla tassazione dell’energia;
- meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere;
- fondo sociale per il clima;
- sistema per lo scambio di quote di emissioni dell’Ue per produzione di energia, industria, trasporti marittimi e aerei;
- strategia forestale dell’Ue;
- scambio di quote di emissioni per i trasporti stradali e l’edilizia;
- regolamento sull’uso del suolo, la silvicoltura e l’agricoltura;
- regolamento sulla condivisione degli sforzi;
- livelli di emissioni di Co2 per auto e furgoni.
5. Dopo quasi quattro anni la maggioranza delle proposte della Commissione sono state adottate dal Consiglio e dal Parlamento europeo ponendo l’Unione europea all’avanguardia rispetto al corrispondente Green New Deal statunitense. Nel 2023, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato i seguenti documenti:
- La revisione del sistema di scambio delle quote d’emissione (ETS) per includere settori inquinanti, come edifici e trasporti su strada a partire dal 2027, e il trasporto marittimo. Le riforme elimineranno gradualmente le quote gratuite per l'aviazione entro il 2026 e promuoveranno l'uso di carburanti per l'aviazione sostenibili
- La revisione della Riserva di stabilità del mercato per affrontare lo squilibrio strutturale tra l'offerta e la domanda di quote nel sistema di scambio di emissioni
- L'attuazione del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), che porrà un prezzo sul carbonio per i beni importati dalle industrie ad alta intensità di carbonio al di fuori dell'UE, per contrastare la delocalizzazione in paesi con obiettivi climatici meno ambiziosi
- La condivisione degli sforzi tra i paesi dell'UE per aumentare gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni - nei settori non coperti dal sistema di scambio di emissioni, in particolare trasporti, agricoltura, edilizia e gestione dei rifiuti - dal 29% al 40% entro il 2030
- Il rafforzamento delle norme per aumentare la rimozione del carbonio nel settore dell'uso del suolo, del cambiamento dell'uso del suolo e della silvicoltura
- Una proposta per garantire che le nuove auto e furgoni nell'UE producano emissioni di CO2 zero nel 2035
- La revisione delle quote di emissioni per l'aviazione, per includere tutti i voli in partenza dall'Area economica europea nel sistema e una soluzione potenziale per i voli al di fuori dell'UE
- la revisione del sistema di scambio delle quote d’emissione (ETS) per includere i settori inquinanti, come l'edilizia e il trasporto su strada e l'eliminazione graduale delle quote gratuite entro il 2032
- un fondo per garantire un'equa transizione energetica affrontando la conseguente povertà energetica e mobilità, finanziato dalla vendita all'asta di quote ETS
- All'inizio di giugno, il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione su: un aumento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni - in settori non coperti dall'ETS, e in particolare: trasporti, agricoltura, edifici e gestione dei rifiuti - dal 29% al 40% entro il 2030; il rafforzamento delle norme per aumentare la rimozione del carbonio nel settore dell'uso del suolo, del cambiamento dell'uso del suolo e della silvicoltura(LULUCF); una proposta per garantire che le nuove auto e furgoni nell'UE producano zero emissioni nette entro il 2035;una revisione delle quote di emissione per il trasporto aereo, per includere nel regime tutti i voli in partenza dallo Spazio economico europeo e una potenziale soluzione per i voli extra UE (noti come CORSIA); un aumento del numero di stazioni di ricarica e rifornimento per auto e camion che utilizzano carburanti alternativi; l'esigenza di un passaggio graduale verso carburanti sostenibili per l'aviazione; nuovi obiettivi per ridurre il consumo energetico a livello UE entro il 2030;entro il 2030 l'innalzamento al 42,5% dell'obiettivo per la quota di energie rinnovabili sul consumo energetico dell'UE.
Come sappiamo e come appare ampiamente nei media e sulla stampa il dibattito nel Parlamento europeo e fra i governi che coinvolge le opinioni pubbliche e le lobbies – che agiscono spesso trasgredendo le norme della trasparenza e della correttezza – si è concentrato su tre dossier economicamente sensibili sui cosiddetti « imballaggi » e cioè sulla capacità dell’Unione di lottare contro la riduzione drastica dei rifiuti e l’eliminazione delle plastiche passando dal loro riciclo al riuso, sulla riduzione delle emissioni gassose nella mobilità su strada (le cosiddette « auto elettriche »), sul risparmio energetico nel settore immobiliare e nello sviluppo della biodiversità nel settore agroalimentare.
Se si rileggono attentamente i dati diffusi dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea all’inizio della legislatura appare chiaro come la riduzione o il drastico ridimensionamento degli obiettivi fissati in questi quattro settori rischia di mettere in discussione gli impegni assunti dall’Unione europea per una lotta efficace al cambiamento climatico.
Roma, 20 novembre 2023