Via Angelo Brunetti, 60   06.36001705  06.87755731  segreteriacime@tin.it  segreteria@movimentoeuropeo.it

Newsletter 4 Marzo/2024 - ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 

Le sfide del processo di regolazione europeo dell’Ai e delle tecnologie digitali

Introduzione (rivista) al Webinar organizzato il 28 febbraio dal Movimento europeo e dall’Associazione Italiana della Comunicazione pubblica e istituzionale.

Il tema che tratteremo oggi è di evidente, estrema, complessità, toccando da un lato praticamente ogni disciplina da quelle più generali come la filosofia o la sociologia a quelle più settoriali come il diritto, l’economia, l’educazione sino alle discipline squisitamente tecniche-operative, dall’altro direttamente o indirettamente riguarda tutte le politiche pubbliche ed i rapporti privati. Abbiamo deliberatamente scelto di non limitarci a valutare l‘emanando regolamento sull’AI (ci dirà più dettagliatamente l’introduzione sul punto dell’On. Benefei) ma più in generale il processo regolativo sovranazionale delle tecnologie digitali che ha già prodotto quella che alcuni commentatori  hanno definito come un’ “alluvione normativa”  (dal Digital Service Act (DSA), al Digital Market Act (DMA), al Data act) che potrebbe anche recuperare la questione dei diritti dei lavoratori delle piattaforme con un voto in extremis l’11 marzo. Si tratta di un processo iniziato con la Strategia 20-30 e con il cosidetto Digital compass che ha già portato a fare della transizione digitale uno dei tre pilastri delle politiche dell’Unione insieme alla sostenibilità verde  (Green Deal) e a quella sociale (attuazione del Social Pillar) che naturalmente andrebbero assunti nella loro sinergia non atomisticamente come reso evidente anche nel Recovery plan. I tre pilastri nel loro insieme costituiscono quella “condizionalità buona” cui sono stati sottoposti gli aiuti per la ripresa post-pandemica.

Stiamo parlando del lato forte, vincente, che apre possibilità inedite, e che dovrebbe rendere noi europei orgogliosi del processo di integrazione che rafforza così le sue istituzioni mostrando come l’UE, sia comunque arrivata a sviluppare un proprio modello ed a generare nuovi istituti ed una originale narrativa della tecnologia in rapporto allo sviluppo sociale ([1]).

Dal punto di vista istituzionale però esistono della fragilità e delle incertezze come la sopravvivenza anacronistica di 27 garanti che pur dovrebbero applicare tutti il diritto dell’Unione i cui orientamenti non sembrano essere sempre convergenti ( cfr. il recente caso di chiusura per la sola Italia e per pochi giorni del programma di  Chatpot GPT appena uscito e con già 100 milioni di fruitori nel mondo). C’è una parte ancora abbozzata di questo processo e cioè l’obiettivo di offrire all’80% dei cittadini europei  competenze digitali di base che dimostra che l’Unione mira non solo a dirigere il progresso tecnologico ed a renderlo  coerente con i fundamental rights ma anche a rafforzare le capacità di controllo e partecipazione dei cittadini, a riprogettare la democrazia anche se, a parte la Conferenza sul futuro dell’Unione (Cofoe),  ancora latitano i progetti e le anticipazioni di questa  nuova capacitazione partecipativa dei soggetti.

In questa materia magmatica la nostra  cartina di tornasole è la natura della scelta regolativa dell’Unione e la sua qualità oggi che i suoi prodotti sono stati quasi tutti varati e dovranno necessariamente essere tra loro coordinati ed interpretati unitariamente e  che saranno certamente sottoposti all’ortopedia della Corte di giustizia il cui timbro, grazie  all’art. 8 della Carta che dobbiamo a Stefano Rodotà, è particolarmente penetrante ed innovativo.

Sono, quindi, possibili prime valutazioni: innanzitutto sulla razionabilità ed accettabilità della metafisica influente la lunga catena regolativa e le sue sfide  e cioè il principio dell’umanesimo digitale, o di libertà dal dominio, se vogliamo utilizzare una espressione più generale ([2])

In realtà tale principio non sembra sempre accolto essendo ancora molto forti le forme di  resistenza (tra i sindacati così come nei partiti) che ancora  credono al possibile arresto dell’innovazione. Troppi epigoni, un po’ fuori tempo massimo, della Scuola di Francoforte ([3]) tengono il broncio al proprio tempo conferendo una radicale tonalità negativa ad una certa disillusione diffusasi dopo la prima fase della digitalizzazione ed alla preoccupazioni (in sé razionali) che si possano diffondere modalità di controllo oppressivo e sviamenti del gioco politico democratico. Ma questa forma di  Kultur pessimismus finisce, a mio parere, solo per indebolire il grandioso tentativo di offrire una direzione ed una prospettiva alla “grande trasformazione”, a quello che il “mitico” direttore di Wired (la rivista più autorevole degli anni ruggenti di Internet) Kevin Kelly ha definito come l’”inevitabile”([4]).

Inoltre l’ondata regolativa è coerente con le sue premesse: come si disciplina una rivoluzione tecnologica come questa? Che tipo di cautele rispetto agli evidenti rischi da quelli alla blade runner sino alle dinamiche oligopolistiche ed anticoncorrenziali ed alle denunciate  invasioni passivizzanti dei mondi della vita (cfr. l’ultimo volume di Habermas ([5]) ? Il digital constitutionalism (che in Ue ha optato per la linea forte e non solo per l’autoregolamentazione del settore, nella scelta di settori di grave  rischio e di divieti assoluti di alcune prassi) è all’altezza dei principi e degli obiettivi che declama o opererà come la Nottola di Minerva (come ha rischiato di essere lo stesso regolamento AI ACT nel non aver previsto originariamente i meccanismi di intelligenza generativa) ?

Ci sono infine gli aspetti rischiosi già ampiamente esaminati in una sterminata letteratura: gli effetti sul mondo del lavoro ([6]) e sul lavoro giudiziario ([7]) che potrebbero, se non governati o bilanciati, provocare reazioni molto negative nell’opinione pubblica: aspetti sui quali anche l’UE sembra essere in affanno, se non altro nella progettazione di misure all’altezza delle sfide in corso.

Termino accennando all’altra dimensione più politico- istituzionale del tema: una cosa è disciplinare un settore, un’ altra governarlo e indirizzarlo. La competitività UE può essere solo legata, come sino ad oggi è avvenuto sul tema della privacy (con il cosiddetto Bruxelles effect), ai suoi aspetti legal-costituzionali ma senza politiche pubbliche adeguate e di caratura globale? E’ mai possibile che tra le 10 maggiori aziende tecnologiche non vi sia neppure una impresa europea e che nessuno stato (la migliore è la Francia) disponga di una sua policy su questo fronte correlata ad investimenti di un qualche rilievo? Vorrei ricordare i dubbi espressi dal Prof. Oreste Pollicino sulle pagine del Sole24ore sulla possibilità di replicare i successi del Bruxelles effect anche in questa materia (AI)  ben più delicata e strategica.

Da ultimo la questione del dominio sui dati personali (non uso l’indigeribile termine “sovranità”): anche l’imponente normativa UE è sufficiente  per arrivare a conferire ad ogni individuo la possibilità di disporre liberamente dei suoi dati?

Importanza straordinaria del tema se si assume, come necessario, che il capitalismo è ormai prevalentemente “estrattivo” e “data driven” per cui da questa utilizzazione di dubbia legalità la comunità che  produce questi dati in una sorta di “intelligenza collettiva” (per usare l’espressione di Pierre Lévy ([8]) non riceve abbastanza, non guadagna per i suoi appartenenti una libertà di partenza. Anche il sistema europeo completato sarà davvero “umanista”, senza robusti correttivi di politiche e fiscali e sociali ([9])?  

Giuseppe Bronzini

Segretario generale Movimento europeo 

 

 

[1] Cfr. la  pregevole Dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale del 15.12. 2022 che rappresenta una sorta di Manifesto filosofico-istituzionale del processo di regolazione nel suo complesso. Sulla Dichiarazione rimando al mio  Diritti e principi per il decennio digitale: i tre Presidenti sottoscrivono la Dichiarazione comune in Newsletter del Movimento europeo Gennaio 2023

[2] Cfr. la Tavola rotonda su “Le iniziative dell’Unione europea sul lavoro tramite piattaforme digitali” in RGL, n.3/2022 p. 507 ss. in particolare l’intervento di Adalberto Perulli

[3]  Cfr. T.W. Adorno, M. Horkeimer Dialettica dell’illuminismo, 1974 Einaudi, p. 45: "quanto è più complicato e più sottile l’apparato sociale, economico e scientifico, a cui il sistema produttivo ha adattato da tempo il corpo che lo serve e tanto più povere le esperienze di cui questo corpo è capace".

[4] K. Kelly  L’Inevitabile , Il Mulino, 2022

[5] J. Habermas Nuovo mutamento della sfera pubblica e politica deliberativa, Raffaello Cortina Editore 2023 

[6] Cfr. la survey appena pubblicata di E. Dagnino sul sito del Cnel su  Intelligenza  artificiale e mercati del lavoro: INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MERCATO DEL LAVORO (cnel.it).

[7] Cfr. il parere del Febbraio 2024 del Comitato consultivo dei giudici europei per il Consiglio d’Europa Moving forward: the use of assistive technology in the judiciary che offre paletti importanti, anche se non paralizzanti l’innovazione, per l’uso dell’AI nel lavoro giudiziario: The CCJE adopts Opinion No. 26 (2023) “Moving forward: the use of assistive technology in the judiciary” - Human Rights and Rule of Law (coe.int)

[8] Cfr. la bella introduzione del Volume Il virtuale. La rivoluzione digitale l’umano, Meltemi 2023

[9] Questa necessità sembra avvertita anche dai grandi innovatori come Sam Altman, il fondatore di Open AI, società produttrice di Chatpot GBT, che insieme ad altri imprenditori della Silicon Valley, anni orsono  fondò un’associazione  filantropica (X Combinator)  con lo scopo di assicurare forme di “reddito minimo” per le zone più colpite dalla disoccupazione tecnologica  in un paese come gli USA nel quale il pubblico non garantisce neppure  l’accesso a tutti all’assistenza sanitaria.

 

 

 

 

 

 centricoo

altiero

ImmagineLIBRO VERDE xsito

 BannerPROCESSO UE

bileurozona

rescue

casaeuropa

agorabanner

coccodrillo

banner fake


Le Nostre Reti

eumov

eucivfor

logo asvis

Comitato Eeinaudi desktop 1 1

ride logoretepace

routecharlemagne


Partner e Sostenitori

parleuitarapprita

banner12

banner11


 ed logo

Gioiosa Jonica  -  Modena  -  Nuoro  - Capo d’Orlando


 

Registrati per ricevere le nostre newsletter.
 

Sostieni le iniziative del Movimento Europeo con una piccola donazione


© Movimento Europeo - Via Angelo Brunetti, 60  ||  Realizzato da logoims

Search